Parla Gandini: ecco cosa cambierà in Flos B&B

Brand più indipendenti, meno negozi a gestione diretta, nessuna acquisizione e nessuna fretta

Intervistato da Giovanna Mancini sul Sole24Ore, Piero Gandini, di recente tornato al timone di Flos B&B Italia Group, che aveva contribuito a fondare nel 2014, delinea i cambiamenti in corso nella struttura del gruppo che comprende Flos, B&B Italia, Louis Poulsen, Maxalto, Arclinea, Azucena, Fendi Casa, Audo Copenhagen e Lumens, ed è controllato pariteticamente da Carlyle e da Investindustrial.

Il punto di partenza è l’Ipo o meglio la decisione di non puntare a breve a una quotazione del gruppo. In pratica chiusa la strategia finanziaria ci si concentra su una industriale “con le tempistiche e le priorità tipiche dell’attività di un’azienda di design”, spiega Gandini, “a cominciare dalla progettazione e realizzazione di un certo numero di prodotti vincenti ogni anno e dalla riorganizzazione della rete commerciale. Sono azioni che richiedono tempo e, d’accordo con gli azionisti, ci prenderemo il tempo necessario”.

Brand più indipendenti dalla holding e meno negozi a gestione diretta

L’aspetto più visibile è la de-centralizzazione “rendere tutte le aziende, indipendentemente dal fatto che facciano parte di un gruppo unico, capaci di esprimere la loro identità editoriale, industriale, evolutiva, con tutto il loro know-how e con risultati che vogliamo che siano di successo” Secondo Gandini l’eccessiva centralizzazione nella holding aveva portato a duplicazione di funzioni. A livello di strategia commerciale. Gandini non crede che nell’arredo “lo strumento fondamentale di crescita sia aprire ovunque dei, negozi a gestione diretta: può essere utile averne uno a Milano, a New York, a Shanghai, ma non averne decine. Il nostro è un comparto che, invece, si fonda molto di più sulle relazioni B2B e su dinamiche multicanale”.

Prendiamoci il tempo necessario

Gandini non vuole che gli si metta fretta. Nel 2024 il fatturato è arretrato ma l’Ebitda è in linea. “Quest’anno soprattutto e in parte l’anno prossimo saranno anni interlocutori, serviranno a riorganizzare le aziende, per poi ripartire come si deve: hanno tutte grandi potenzialità di sviluppo. Penso soprattutto a una crescita organica del gruppo: prima di guardare a nuove acquisizioni vorrei consolidare quello che abbiamo”.

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