Salgono al 42% le spese ‘obbligate’. Le famiglie hanno sempre meno soldi per l’arredo

Confcommercio: salari fermi e uscite in crescita riducono la quota spendibile in beni e ai servizi
Shutterstock

Il Sole 24 ore del 7 agosto, riportando dati di Confcommercio, rileva come una quota crescente dei bilanci delle famiglie sua indirizzata verso i consumi obbligati: beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni che continuano ad aumentare, arrivando a rappresentare il 42,2% della spesa totale delle famiglie, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995, quando incidevano per il 37%.

Per i beni il cui acquisto è legato a scelte e preferenze personali e familiari rimane il 20,8%. Su una spesa pro capite complessiva di 22.114 euro nel 2025, oltre 9.300 euro sono assorbiti da spese non comprimibili. Tra queste, l’abitazione si conferma la voce principale, con una media annua di 5.171 euro (+109 euro rispetto al 2024), seguono assicurazioni e carburanti (2.151 euro) e l’energia (1.651 euro). Un contributo ad aggravare il quadro arriva dalla dinamica dei prezzi: dal 1995 l’indice è cresciuto del 132%, oltre il doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55%). Su questo andamento impatta soprattutto l’energia – nonostante il rallentamento del 2025 – che ha fatto registrare un aumento del 178% dei prezzi dal 1995.

«Per le famiglie italiane – è commento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli-, il costante aumento delle spese obbligate è un forte ostacolo alla ripresa dei consumi. Occorre agire su tariffe e fiscalità per rafforzare il potere di acquisto e rilanciare la crescita economica del nostro Paese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare progettocucinabiz.it