La notizia più recente è l’interrogazione posta al Parlamento Europeo dall’eurodeputata verde Eleonora Evi. “Come ampiamente riportato dalle associazioni sindacali e dalla stampa, la Whirlpool sta chiudendo definitivamente tutti i propri siti produttivi nella UE, e in particolare in Italia, Polonia e Slovacchia, favorendone la possibile acquisizione da parte di società turche e cinesi. Questa decisione segue anni di strategie aziendali incoerenti, che portano a ritenere che la multinazionale stia di fatto lasciando la regione EMEA (Europa – Medio oriente – Africa), con conseguenze intollerabili sui lavoratori europei. Ciò malgrado nell’ultimo decennio Whirlpool, tramite accordi con i governi degli Stati membri, abbia ricevuto importanti sovvenzioni pubbliche, che in Italia ammonterebbero a 50 milioni di euro.” ha concluso.
Trasferimento dell’HQ, cessione delle attività in Russia… solo coincidenze?
I sindacati italiani a livello locale e regionale hanno più volte espresso le loro preoccupazioni sul mantenimento dei livelli occupazionali nei vari siti italiani di Whirlpool e non manca chi ha letto con preoccupazione la scelta di lasciare l’edificio di via Pisacane a Pero per trasferire gli HQ di Whirlpool Emea in un nuovo complesso il Certosa District.
La notizia, anticipata via social media dal Ceo Paolo Lioy, mancava però di una indicazione importante, vale a dire i metri quadri prenotati da Whirlpool per i suoi uffici.
Se Whirlpool non è certo l’unica multinazionale ad aver abbandonato precipitosamente le sue attività in Russia la decisione di cedere ad Arçelik le controllate in gran parte ex Indesit in tutta l’aria di influenza di Mosca ha colpito gli osservatori. Stabilimenti con 2500 dipendenti, i brand e una rete commerciale che si estende su diversi Paesi sono stati ceduti per 220 milioni di euro, pagabili ‘a rate’ nell’arco di 10 anni, con una perdita a bilancio di 400 milioni di euro per Whirlpool Corp.
Le dichiarazioni del CEO Bitzer: “Aperti a ogni opzione”
Dietro questa inquietudine c’è una base solida: la trascrizione della conversazione fra il Ceo di Whirlpool Usa e gli analisti in sede di presentazione dei risultati del I trimestre 2022 disponibile on line.
Il 26 aprile 2022 Marc Bitzer aveva annunciato una “revisione strategica” delle attività in Europa Medio Oriente e Africa. Questa revisione include l’opzione di “continuare (o meno, ndr) a essere proprietari come oggi” delle attività. Alle numerose domande degli analisti Bitzer ha risposto sottolineando che “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Compresa la vendita di stabilimenti e magari marchi relativamente a certi mercati.
Bitzer ha annunciato che una decisione sarà presa entro la fine del III trimestre e quindi entro fine settembre. Potrà trattarsi di una cessione totale, della cessione parziale (solo alcuni business, solo alcuni brand) potrà riguardare solo gli stabilimenti o alcuni di essi. Il novero dei potenziali compratori non è così ampio e questi business ‘pesanti’ ricchi di complessità a livello di relazioni industriali e sindacali difficilmente interessano finanziatori puri (fondi di venture capital, etc).
Restano quindi ‘turchi e cinesi’ come scrive Eleonora Evi nella sua interrogazione. Acquirenti che comunque già dispongono di marchi affermati, tanto che rischierebbero di acquisire con un eventuale acquisto quote di mercato non sempre compatibili con le normative antitrust europee e nazionali.
Non sarà facile quindi e fra le opzioni “strategiche” ci potrebbe essere anche l’abbandono puro e semplice senza vendita di alcune attività.
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