Quattro cose sono chiare ai 15 mila dipendenti Whirlpool in Europa (soprattutto Italia e Polonia) Africa e Medio Oriente, all’indotto dei 10 stabilimenti (5 dei quali in Italia) e al trade, a chi insomma cerca di capire quale sarà il destino di Whirlpool EMEA. Le poche informazioni condivise da Whirlpool Corporation nel presentare i dati del III trimestre permettono di stabilire alcuni punti fermi:
- 10 gruppi finanziari e industriali si sono proposti per acquisire (non si sa se in parte o in toto) le attività di Whirlpool Emea.
- 2 di questi gruppi, ambedue indusriali, sono rimasti ‘in lizza’ e le loro offerte sono in corso di valutazione.
- A una riunione del CdA di Whirlpool Corporation, probabilmente prima della fine dell’anno, sarà sottoposta la scelta fra una delle due offerte e una soluzione interna’ elaborata sulla base di una analisi dei vari segmenti di mercato in cui Whirlpool Emea opera.
EMEA indicata come il ‘ramo secco’
L’area EMEA è il punctum dolens del mondo Whirlpool. La debolezza maturata nel II trimestre dell’anno si è aggravata nel III trimestre. Il fatturato è sceso quasi del 17% che, a causa della debolezza dell’euro si traduce in un meno 28% nei bilanci del gruppo, quotati in dollari: da 1,25 miliardi del III trimestre 2021 a 0,9 miliardi di dollari nel 2022.
Il margine EBIT è crollato da + 28 milioni di dollari a meno 28 milioni di dollari. Negli USA il calo delle vendite è stato dell’8% in America Latina dell’11% in Asia del 7%. EMEA è l’unica area con una marginalità negativa.
A Benton Harbor, sede dell’headquarter mondiale sono convinti che i bilnaci del gruppo andrebbero molto meglio se si rinunciasse a una presenza così importante in Europa. I mercati su cui il gruppo intende investire sia per produrre sia per vendere sono altri: gli Usa ovviamente e il Canada, il Brasile e il Messico e l’India.
A livello mondiale Whirlpool Corp ha chiuso un pessimo III trimestre deludendo di molto le attese degli analisti. Le vendite di Whirlpool sono scese del 12,8%, nel III trimestre del 7% al netto del rafforzamento del dollaro. Nel corso dell’anno Whirlpool ha trasferito ai suoi azionisti 2.6 miliardi di dollari tra dividendi e buy back.
Il gruppo ha deciso di rivedere la guidance per l’intero anno 2022 prevedendo circa 5 dollari di utili per azione. Sono previsti ricavi per l’intero anno 2022 pari a circa 20,1 miliardi di dollari (in calo di circa il 9%).
Il titolo che prima della pubblicazione dei dati veleggiava sui 140 dollari è crollato fino a toccare giovedì al Nasdaq 130 euro il minimo delle ultime 52 settimane (il massimo era stato di 240 dollari) per poi scendere ulteriormente venerdì dopo la conference call con gli analisti nel corso della quale Marc Bitzer Presidente e CEO di Whirlpool Corporation e i suoi collaboratori hanno insistito sul fatto che “Sebbene i nostri risultati del terzo trimestre siano stati influenzati dalle continue condizioni macroeconomiche avverse e dai livelli elevati di inflazione che hanno provocato un rallentamento della domanda, rimaniamo sulla buona strada per realizzare nel 2022 il secondo miglior anno nei nostri 111 anni di storia”, ha dichiarato Marc Bitzer. I cattivi risultati si devono all’anomala sovrapposizione di inflazione (e quindi aumento dei costi) e timore di recessione (e quindi crollo della domanda). “Guardando al futuro, vediamo che queste sfide persisteranno anche nella prima metà del 2023, ma crediamo di aver messo in atto le azioni giuste che ci permetteranno di attraversare l’attuale contesto, portando avanti la trasformazione del nostro portafoglio e garantendo forti rendimenti agli azionisti” ha aggiunto Marc Bitzer.
Secondo il top management di Whirlpool anche il IV trimestre sarà deludente, almeno all’inizio ma dietro l’angolo c’è una sostenuta ripresa della domanda. Gli elettrodomestici si comprano quando si acquista una casa nuova o quando si deve sostituire quello in dotazione. Ebbene sul mercato nordamericano l’offerta di case nuove è da tempo ridotta e ha subito un crollo all’inizio dell’esatte e dovrà quindi crescere. I cicli di sostituzione invece si stanno riducendo: sono di 2 anni inferiori a quelli del 2010, il rallentamento della domanda è quindi per forza di cose temporaneo.
Agli analisti Whirlpool ha spiegato di aver reagito per tempo sia all’aumento dei costi (con 5 cicli di aumento dei prezzi nell’anno) sia al calo della domanda, riducendo del 35% la produzione in modo da non dover riempire i magazzini. Questa ‘manivra di emergenza’ si inserisce in un contesto di riduzione dei costi fissi che sono oggi di 0,7 miliardi inferiori a quelli del 2017.
Chi acquisirà le attività europee?
Whirlpool è riuscita a tenere la massima riservatezza sui nomi dei ‘finalisti’: fra gli oservatori circolano i nomi di Arçelik, Midea e Hisense. Sono sicuramente tre gruppi che hanno il know-how e le risorse necessarie. D’altra parte Arçelik ha già una presenza importante in Europa e Midea ha fatto capire di voler investire in settori completamente diversi dal bianco. Il ‘vincitore’ potrebbe essere un altro nome. Oppure l’offerta potrebbe essere così poco interessante da orientare il CdA verso una soluzione ‘interna’ che prevederebbe sicuramente una drastica riduzione della presenza in Europa. Sindacati e governi nazionale e locali si chiedono meno ‘chi’ acquisirà Whirlpool EMEA e più ‘cosa’ si vorrà fare delle attività industriali del gruppo.
Se si sommano queste prospettive alle difficoltà incontrate da Electrolux (anch’essa amplamente presente in Italia avendo rilevato le attività di Zanussi) si può temere che i prossimi mesi segneranno la fine o il drastico ridimensionamento della decennale storia industriale italiana nel settore del bianco.
L’avventura europea di Whirlpool era iniziata nel 1988 quando entra in joint venture con Philips che porta in dote i propri brand (Philips e Bauknecht) e la italiana IRE nella quale erano confluite le attività di Ignis. Nel 1991 Whirlpool acquisisce l’intero controllo della società e nel 2014 ‘raddoppia’ acquistando prima il 60% e poi la totalità di Indesit. In totale Whirlpool Emea ha 16 mila dipendenti.
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