Di seguito un estratto della Inchiesta apparsa sul numero di luglio di Progetto Cucina
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Entro senza aver preso prima un appuntamento, nel punto vendita Lube di Corso Lodi a Milano riservandomi di tornare in seguito. Suonato il campanello, vengo accolto da un giovane addetto impegnato in una conversazione telefonica, che mi saluta e mi fa cenno di attenderlo. Io ne approfitto per visitare il piano-terra e le cucine che vi sono esposte in un unico spazio. Nel complesso sono esposte una dozzina di cucine tutte abbastanza diverse tra loro per aspetto esterno, ma in realtà in gran parte varianti di una medesima linea, la Immagina Plus. L’impatto dell’esposizione è comunque buono, le soluzioni proposte sono esteticamente interessanti e non banali, cosicché attirano l’attenzione del potenziale cliente ad approfondire e continuare la visita. Come ovvio, inizio il colloquio spiegando lo scopo della mia visita, che è sempre lo stesso delle precedenti mistery: un giro esplorativo per capire cosa offre il mercato come soluzioni e prezzi, in funzione della possibile sostituzione della cucina di cui è dotato un appartamento che potrei acquistare a breve insieme all’ex-moglie per uno dei figli in procinto di andare a vivere da solo.
L’addetto – o meglio come recita il biglietto da visita il ‘consulente d’arredo’ – tiene a sottolineare che una definizione precisa dell’utilizzatore o degli utilizzatori finali della cucina è un aspetto importante per potermi consigliare al meglio e, proprio pensando a un giovane non ancora trentenne, tra quelli esposti mi propone di escludere a priori un paio di modelli dalle linee che richiamano le cucine in legno del passato, con ante e sportelli lavorati e dallo stile evidentemente retrò. Concordo e accetto il suo consiglio, cosicché da vedere restano solo un paio di modelli, il Round e il già citato Immagina Plus, ma di fatto nel prosieguo della visita parleremo solo del secondo nelle sue varianti.
Prendendo come riferimento la foto quotata dell’attuale cucina da sostituire che gli avevo fatto vedere mi fornisce l’ordine di grandezza di quanto potremmo spendere per una cucina della linea Immagina Plus, che in questo momento sembra essere la loro principale, se non esclusiva, proposta di vendita: tra gli 8 e i 10 mila euro a seconda delle nostre scelte riguardo a una numerosa serie di varianti. Tiene anche a specificare che si tratta di un buon compromesso in termini di rapporto qualità/ prezzo, un aspetto per loro fondamentale per attrarre la clientela locale che è molto attenta al lato economico, ma può essere eventualmente dirottata sul loro punto-vendita Creo, distante poche centinaia di metri.
Prendendo come esempio le diverse configurazioni delle cucine esposte, ricavo alcune utili indicazioni: a spostare il preventivo verso il limite superiore possono essere i cassettoni a cesto, il bel piano di lavoro bianco in okite (materiale composito a base di polvere di quarzite), il lavello di acciaio anodizzato in un interessante color rame o una particolare finitura superficiale dei pannelli non liscia, a imitazione della pietra non levigata, della variante Immagina Mathera; invece a muoverlo verso il basso, oltre a soluzioni più semplici di quelle citate finora, a sorpresa può essere un luminosissimo laminato per i pannelli di colore bianco lucido, decisamente ben riuscito e dichiarato molto resistente.
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