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A lato dell’assemblea generale dei soci APPLia, l’associazione ha organizzato ieri a Milano un incontro stampa che ha avuto come protagonista il tema dei prodotti rigenerati e ricondizionati. Su questo argomento l’Unione nazionale consumatori, in collaborazione con APPLia, ha realizzato un’indagine svolta tra gennaio e aprile sui 14 siti internet che promuovono e/o vendono questo tipo di elettrodomestici. L’iniziativa ha interessato piccoli e grandi elettrodomestici, apparecchi d’informatica e di high-tech. L’analisi, muovendo dalle segnalazioni pervenute agli sportelli di assistenza dell’Unione nazionale consumatori, si è focalizzata esclusivamente sulla relazione di consumo, cioè quella “business to consumer”. Numerose le criticità emerse. Fra quelle più popolari, spiccano una mancata e/o generica indicazione del soggetto che si è occupato di ricondizionare il prodotto, degli interventi effettuati e delle caratteristiche delle componenti utilizzate nel processo di ricondizionamento, così come di eventuali difetti estetici e dell’applicazione di garanzie post vendita. “Le criticità emerse non ci sorprendono” commenta Manuela Soffientini, presidente di APPLiA Italia. “La legislazione in materia è carente e confusa: il DM 140/2016 infatti non regolamenta in modo chiaro ed esaustivo il tema del ricondizionamento a discapito della sicurezza del consumatore e della trasparenza del mercato. È necessario intervenire a livello legislativo, certificando innanzitutto l’identità dei soggetti ricondizionatori, definire le regole secondo cui operano e le loro responsabilità sugli interventi effettuati. Il tema delle garanzie post vendita e una effettiva sorveglianza del mercato sono ulteriori aspetti fondamentali. Allo stato attuale, il rischio di provocare fraintendimenti e confusione nel consumatore finale è molto alto. Per questo è necessario riattivare un dialogo con le istituzioni per integrare la normativa sul tema”.

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