Tamburi Investment Partners (Tip) la boutique di investimento fondata da Giovanni Tamburi si è impegnata ad acquistare per 70 milioni di euro, il 51% del capitale di Investindesign, società che attualmente detiene la quota di maggioranza, pari al 67,8% di Italian Design Brands. Il polo italiano dell’arredo comprende nelle cucine Miton e Binova. che si aggiungono a Gervasoni, Meridiani, Davide Groppi, Flexalighting, AXOLight, Very Wood, Saba, Gamma Arredamenti, Dandy Home,
L’accordo prevede anche un’opzione call per Tip, esercitabile fino al 15 luglio 2023, in base alla quale la società di Tamburi può acquisire per sé o per persone fisiche e/o giuridiche da nominare, un ulteriore 20% del capitale di Investindesign. Partecipazione che verrà offerta agli azionisti di Asset Italia Spa.
Tra gli azionisti di Investindesign almeno nella fase iniziale erano stati indicati i finanzieri Fabio Sattin e Giovanni, i fratelli Giovanni e Michele Gervasoni, Gaetano Marzotto, l’avvocato Umberto Nicodano, lo storico ceo di Autogrill Gian Mario Tondato, l’ex AD di Edison Umberto Quadrino e il banchiere di Equita Sim Francesco Perilli.
Il tutto è subordinato al successo della operazione che sta portando in Borsa Italian Design Brands. Per ora è stato deciso il valore di quotazione dell’Ipo dell’azienda guidata da Andrea Sasso: 10,88 euro per azione che corrisponde a una capitalizzazione di 293 milioni di euro; 220 milioni al netto dell’aumento di capitale. Si tratta di un valore del 50% superiore al fatturato 2022 che è stato di 144,2 milioni di fatturato e pari a quasi 10 volte l’ebitda 2022 ( 22,7 milioni).
L’Ipo è complessa prevede infatti l’emissione di 6.433.823 nuove azioni della società per un controvalore, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo, di circa 70 milioni rivenienti da un aumento di capitale sociale con esclusione del diritto di opzione e di 275.735 azioni nel contesto di un aumento di capitale riservato ad alcuni azionisti e/o imprenditori di talune società controllate dall’emittente.
Non manca l’opzione greenshoe cioè la possibilità di collocare azioni ulteriori qualora la domanda superi l’offerta per massime n. 965.074 azioni, pari a circa 15% del totale.
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