Il tema della sostenibilità ambientale a livello industriale è generalmente associato a iniziative di realtà singole, che testimoniano l’impegno specifico in questa direzione.
Ha un’impronta più strutturata, invece, l’attività di Asam, Associazione per gli studi aziendali e manageriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che nei giorni scorsi ha presentato i risultati dell’Osservatorio Asam a cui hanno partecipato una selezione di aziende dei settori più diversi, fra cui Smeg negli elettrodomestici, oltre che, fra gli altri, Artsana Group, Fiera Milano, Heineken Italia, Lindt & Sprüngli, Regione Lombardia.
Oggetto dell’Osservatorio, l’elaborazione di un modello di impresa sostenibile comune che faccia leva sulla consapevolezza del top management e che a cascata si ripercuota su strutture, ruoli, processi organizzativi e tecnologie impiegati per la produzione di beni di svariate categorie merceologiche. Nello studio, che ha coinvolto 40 aziende, l’obiettivo era capire le pratiche messe in campo nell’ambito della sostenibilità e quali le aspettative in materia. Secondo l’Osservatorio, a oggi le imprese percepiscono la sostenibilità come un tema caldo, soprattutto per le realtà più grandi, ma non di vitale importanza. Questa filosofia aziendale, poi, spesso fa fatica a essere trasferita a tutti i livelli aziendali.
Smeg sottolinea l’impegno in ambito di Csr come una pratica costante e “storica”, come è possibile osservare a partire dalla propria sede (nella foto), costruita in piena armonia con l’ambiente circostante. Il bisogno di teorizzare questi processi, sottolinea in una nota l’azienda “si inserisce in una logica di condivisione: chi crede in un valore condivide ragionevolmente anche le azioni per attuarlo e mettere a disposizione la propria esperienza concreta, che i fatti testimoniano essere di successo, è inteso da Smeg come atto di responsabilità verso l’esterno”.
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