Nel 2018 la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è diminuita, mentre il tasso di risparmio è lievemente cresciuto. Secondo l’analisi Consob (condotta su un campione di 3.058 individui, rappresentativo dei decisori finanziari italiani), gli intervistati risparmiano in modo regolare (soprattutto per motivi precauzionali) nel 31% dei casi (in lieve calo rispetto all’anno precedente quando il dato si attestava al 33%) e in modo occasionale nel 37% dei casi; il 26% non accantona nulla, soprattutto perché le spese assorbono tutte le entrate familiari. Il 43% delle famiglie ha contratto un prestito, prevalentemente con istituzioni finanziarie, sia per l’acquisto della prima casa (posseduta dal 72% del campione) sia per finanziare le spese correnti. In generale, il risparmio è più frequente tra i soggetti più abbienti, con maggiori conoscenze finanziarie, abituati a pianificare e inclini verso l’auto-efficacia, l’ottimismo e la contabilità mentale. Nel complesso, la ricchezza netta delle famiglie italiane in rapporto al reddito disponibile rimane superiore al dato dell’Eurozona (rispettivamente, 8,2 e 7,7 a fine 2018), mentre il tasso di risparmio lordo domestico, pari al 10% circa e in lieve crescita per la prima volta dal 2014, continua a essere inferiore al valore registrato nell’area euro. Il tradizionale divario nella composizione delle attività finanziarie delle famiglie in Italia e nell’Eurozona continua ad assottigliarsi, anche per effetto della riduzione del peso dei titoli obbligazionari nei portafogli dei risparmiatori italiani e del contestuale aumento delle attività assicurative e previdenziali e della liquidità. Per contro, si conferma la distanza tra il nostro Paese e l’Eurozona con riguardo all’incidenza del debito delle famiglie sul Pil (a fine 2018 pari, rispettivamente, al 40% e al 60%).
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