Smart home, in Italia siamo all’anno zero

Si è svolta ieri a Milano la presentazione della ricerca “Smart home made in Italy” svolta da Context. Lo studio, svolto su un campione di 2.500 consumatori in Francia, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia rivela che il nostro Paese non è ancora realmente pronto per la casa intelligente. Ma si tratta più che altro di scarsa conoscenza dei vantaggi che la smart home può apportare in termini di qualità di vita, efficienza e risparmio energetico.

La Germania si colloca al primo posto per conoscenza, desiderio e spesa relativi alla casa intelligente, seguita da Regno Unito, Francia e Spagna; chiude la classifica l’Italia.

Adam Simon, retail business development di Context ha commentato: “Riguardo la propensione degli italiani per la smart home, è indubbio che il lavoro da fare è ancora tanto, se il 55% ha dichiarato di non essere interessato all’argomento tout court, anche se, a livello generale, l’attitudine sta cambiando molto velocemente”.

Elencando i principali ostacoli che limitano l’acquisto di prodotti smart, al primo posto spicca la mancata comprensione dei prodotti in sè, seguita dalla mancata percezione dei benefici che portano e dal non averli mai visti, in negozio o online. In questo contesto, un’attività seria di formazione è fondamentale.

Secondo la ricerca, il budget che le persone mettono a disposizione per l’acquisto di questa tipologia di prodotti è piuttosto bassa, circa 150 euro, abbastanza per comprare soluzioni come lampadine intelligenti, kit di sicurezza o termostati intelligenti, un primo passo verso “un’alfabetizzazione” da questo punto di vista.

Un altro aspetto da tenere presente, il fatto che molte persone sono propense a spendere per servizi legati alla smart home in ambito di sicurezza e di salute, un’opportunità da non lasciare cadere.

Riguardo ai benefici enti ricercati dagli utenti, al primo posto il comfort di tornare a casa la sera e trovare un ambiente accogliente e la cena pronta (33%); segue il miglioramento in ambito sicurezza (20%), ma anche, e questa è un’anomalia tutta italiana, il supporto nella cura di parenti anziani (19,2%), e l’intrattenimento.

Curiosamente, l’ambiente che gli italiani desiderano maggiormente smart è la cucina, scelta presa in massima parte dalle donne, ma la propensione all’acquisto di elettrodomestici smart è quasi pari allo 0; il prodotto che invece gli italiani acquisterebbero più volentieri – anche se la percentuale non è comunque entusiasmante – è la smart tv.

La distribuzione assume un ruolo fondamentale in tutto ciò. Gli italiani vorrebbero trovare questa tipologia di offerta nei retailer del fai da te (75%), e presso le aziende fornitrici di energia (76,8%); la preferenza per i retailer specializzati è del 37,5%, contro ben l’81,8% della Germania, il Paese più evoluto da questo punto di vista. Ancora una volta, sulle spalle del retail si gioca una partita delicata; a ora, obiettivamente, è difficile prevederne il reale impatto sui consumatori e sul mercato.

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