Rossiello, Studio Irvine: “Progettare per tutti, non solo per se stessi”

Perplessità e timori aleggiano sul prossimo appuntamento con la design week milanese: Stefano Boeri, Presidente della Triennale, ha affermato “inventiamoci un Salone all’aperto”. Ritiene che sia una provocazione per portare l’argomento al centro del dibattito o una proposta concreta?

Bisogna trovare reali possibili alternative per il 2021, vietato stare fermi. Ogni azienda avrà bisogno di più spazio per elaborare i nuovi concetti, primo tra tutti essere contemporaneamente reale e virtuale. L’espansione è un concetto sviluppato a Milano proprio con il Fuori Salone, perciò non è un concetto impossibile e gli spazi non mancano. Abbiamo bisogno di diffusione e dilatazione. Vanno studiati i percorsi per far spostare le persone evitando flussi in uniche direzioni. Va bandito l’evento unico, a favore di quello diffuso. Diffondere gli orari, diffondere il flusso, diffondere il passaggio, diffondere l’informazione, diffondere anche il periodo delle presentazioni di ogni singola realtà con una profusione di novità tra reale e virtuale. La questione non è presentare la novità dei prodotti ma è creare rapporti interpersonali e presentare le proprie idee. Bisogna slegarsi dal pensiero anacronistico della Fiera unicamente come presentazione del prodotto. Trovo assurdo fermarsi ai meccanismi del passato, in attesa che passi tutto.

In questa fase di totale incertezza, a lei sono venute altre idee: ha voglia di condividerle con noi?

L’incertezza fa parte del nostro quotidiano e bisogna sviluppare la qualità del rinnovarsi senza ricordare con nostalgia i vecchi tempi. Se pur traumatico, bisogna abbracciare l’evoluzione come un evento positivo. I modelli cambiano, la comunicazione evolve, gli investimenti si riposizionano. Io ho sviluppato maggiore consapevolezza delle possibilità del mio studio e la forza nell’avere un’indipendenza di pensiero progettuale non esclusivamente legato al prodotto, ma anche alla ricerca e alla comunicazione. Non bisogna avere paura di cercare di innovare i pensieri e di conseguenza i progetti da proporre alle aziende. Purtroppo molte stanno soffrendo e tirando i remi in barca nell’attesa: è un approccio che non condivido, occorre avere il coraggio di vivere il presente e guardare al futuro. Io lo chiamo Design Etico: non solo processi produttivi da ripensare o materiali sostenibili da utilizzare, ma anche rivedere il proprio catalogo per rendere attuali progetti ancora validi; produrre merce che tenda a un pensiero di durabilità e non più solo di pura estetica. Oggi non servono più scenografie di paglia ma progetti che abbiamo un valore di ricerca capaci di farci fare un passo in avanti. Design Etico è progettare per tutti non solo per se stessi.

Le aziende con cui collabora o che conosce più da vicino, stanno pensando/investendo su nuove soluzioni per presentare le proprie novità e mantenere vivo il legame con i clienti?

Di necessità virtù, perciò in questo periodo slegato dalle classiche Fiere, ci si sente liberi di comunicare le novità o i processi di ricerca in maniera indipendente. Le aziende si ritrovano a rivedere i propri budget: da una parte il fatturato che ha avuto in molti casi ripercussioni negative, dall’altro un ‘risparmio’ derivato dagli eventi non realizzati. Rielaborare gli investimenti richiede velocità per poter stare al passo coi tempi. La comunicazione dell’identità del proprio DNA è fondamentale: investire in video, mondi virtuali, social, mantenendo vivo l’interesse dei clienti. Esporsi, far conoscere le persone che, con i diversi ruoli, lavorano al progetto di un prodotto per creare delle nuove relazioni e fortificare le esistenti. Non necessariamente produrre merce. Nel mio caso, la maggior parte dei clienti procede sia investendo sul prodotto su cui stiamo lavorando da prima dell’emergenza, che nello spingere sulla strategia di comunicazione cercando di prevenire un altro, eventuale, lockdown. Personalmente, infine, credo che il mondo sia cambiato e sono convinta che, una volta terminata. l’emergenza, se ne uscirà fortificati.

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