Decapitata la possibilità di cessioni del credito e sconti in fattura, ora anche la detrazione ‘scaglionata’ in 5 o 10 anni di una parte delle spese sostenute per l’acquisto di elettrodomestici, condizionatori con pompe di calore, infissi e mobili (in caso di ristrutturazione) corre dei rischi.
La legge delega cui il Governo sta lavorando ha come misura bandiera la riduzione delle aliquote Irpef e un sostanziale alleggerimento del peso fiscale sui redditi. Come finanziarlo visto che Bruxelles (e Quirinale) insistono che la riforma non deve ridurre le entrate fiscali complessive? Il Governo va all’attacco della marea di quasi 600 spese detraibili o deducibili che ogni anno riducono di 165 miliardi il gettito fiscale.
Abolirle significherebbe incontrare la fiera opposizione delle categorie interessate. La bozza prevede quindi di limitarne il peso: non potranno superare complessivamente (le cifre sono solo delle ipotesi) il 4% dell’imponibile Irpef per il primo scaglione, il 3% per il secondo e il 2% per il terzo fino ad azzerarsi sopra i 100 mila euro.
Il rischio di un ‘tetto’ alla detraibilità
Al momento si ‘salvano’ dalla tagliola alcune detraibilità: le spese sanitarie, quelle per istruzione, per gli interessi passivi su mutui prima casa e i contributi per colf e badanti.
E la detrazione per elettrodomestici, mobili infissi e tutti quanto ha a che fare con l’efficientamento energetico? Al momento è salva secondo l’informatissimo Sole 24 Ore ma è ‘l’ultima della fila’ e quindi la prima che – nel corso del disegno della Legge delega – potrebbe crollare. L’applicazione di un tetto alle spese detraibili (che comprendono spese sanitarie e interessi passivi) azzererebbe di fatto la detraibilità reale delal spesa affrontata da una famiglia intenzionata a rendere più efficiente la propria casa dal puntod i vista energetico.
Sarebbe l’ennesimo colpo all’industria e al retail già duramente colpita dalla fine della cessione dei crediti che consentiva di anticipare la detraibilità al momento della fatturazione.
Le Associazioni di categoria dovrebbero mettere a frutto la lezione data dal Superbonus e giocare di anticipo intervenendo prima che scatti la tagliola invece che dopo.
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