Report Intesa: la pandemia penalizza il mobile

Quello del Mobile è stato tra i settori più toccati dalla crisi sanitaria nel 2020. Lo rivela uno studio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo che analizza i distretti del mobile: bilancio e prospettive del settore.
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Lo studio Intesa-San Paolo rivela che alla vigilia della pandemia, il comparto contava circa 18.600 imprese per un totale di oltre 130.000 addetti e quasi € 23 miliardi di fatturato (dati al 2018).

Le misure di contenimento dell’epidemia, sono state le maggiori cause che hanno determinato una contrazione e un calo dei consumi di arredo da parte delle famiglie. A questo dato sulle famiglie va aggiunta la contrazione degli acquisti di mobili da parte delle aziende italiane, in particolare quelle legate al comparto dell’Hospitality (alberghi, bar e ristoranti, uffici, esercizi commerciali, settore navale e ospedaliero).

Nei mesi estivi del 2020 la tendenza si è invertita, il settore ha recuperato in modo intenso e la domanda è cresciuta parecchio, sia in Italia che all’estero: le vendite sul mercato interno sono tornate a crescere, grazie anche allo stimolo degli acquisti online di arredamento e home living.

I mercati internazionali sono stati trainati dalla crescita delle esportazioni soprattutto dai distretti industriali italiani verso i principali sbocchi commerciali (Francia, Stati Uniti e Germania). Tra questi il Mobile Imbottito di Forlì (+45,5% nel terzo trimestre 2020), le Cucine di Pesaro (+22,5%), il Legno-arredo di Pordenone (+7,8%), di Treviso (+5,7%) e di Monza-Brianza (+1%).

Nella media dei primi undici mesi 2020 il fatturato del settore perde ancora l’8,9 % rispetto allo stesso periodo del 2019. Il percorso di recupero sarà lento. La quota di imprese che entro la prima metà del 2021 avrà recuperato livelli accettabili di attività passa dal 32% del mobile di Vicenza al 57% del legno-arredo di Pordenone e al 63% dell’imbottito di Forlì.

Il 2022 si è aperto con prospettive migliori dei due anni prima sia in termini di fatturato (+13,9% considerato gennaio-marzo), sia per quanto riguarda le vendite. L’export ha continuato a crescere nel primo trimestre del 2022, registrando un +20,7% con in testa Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia e Svizzera.

Le performance del settore sono state comunque influenzate dal rialzo del costo dell’energia, un processo che era comunque in corso anche prima del conflitto Russia-Ucraina ma che la guerra ha inasprito ulteriormente con ripercussioni sul settore del mobile.

Il combinato disposto dell’aumento dei prezzi energetici, l’esposizione verso il mercato Russo-Ucraino che pesa un 3,7% delle esportazioni, la domanda di beni durevoli che è in frenata, influenzata dall’aumento dei prezzi dell’energia, sia in Italia, sia in tutta Europa, si ripercuoterà sul fatturato dell’export.

Comunque la crescita dei prezzi si ripercuoterà sul fatturato del settore del Mobile con un +13,1% in media l’anno.

Il Report Intesa indica che se il conflitto non dovesse allargarsi ulteriormente il settore potrebbe riprendersi con un 2,7% medio annuo fino al 2026. Questo risultato potrà essere raggiunto solo se la filiera si impegnerà a investire nella transizione Green e nella sostenibilità, nella R&S rivolta ai nuovi materiali e a diversi modi di produrre, più ecologici e meno impattanti sull’ambiente e sulla risorse umane attraverso formazione mirata alla vendita.

Altro elemento importante della ripresa del settore l’introduzione di modelli organizzativi rivolti all’economia circolare, con un’attenzione alla diminuzione dell’uso dell’acqua e dei materiali riciclati (il settore ne usa già il 32,7% contro il 24,4% del settore manifatturiero).

Ottime prospettive si attendono anche dall’e-commerce e dalla Green Economy. Il dettaglio dello studio.

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