Secondo il rapporto Club Consumo di Prometeia, il 2013 si chiuderà con un calo dei consumi del 2,3% a prezzi costanti. La flessione va diminuendo e influisce in modo diverso sulle varie categorie merceologiche. Ad esempio, segnala l’istituto di ricerca, “segnali debolmente positivi giungono dai beni durevoli, per i quali le informazioni disponibili segnalano una significativa attenuazione della caduta degli acquisti, grazie al traino dei beni per la casa, in particolare elettrodomestici, come riflesso delle non più procrastinabili necessità di rinnovo e degli incentivi fiscali”. In ogni caso la situazione generale, secondo Prometeia, “ha azzerato la crescita del giro d’affari delle aziende della distribuzione commerciale al dettaglio, con effetti negativi sui risultati reddituali particolarmente intensi”. La rinuncia a parte dei margini, unita alla riduzione dei volumi venduti, sta provando in particolare le piccole e medie imprese del settore distributivo, i cui costi fissi pesano sempre di più. I risultati però non sono uniformi, ma riflettono la bontà delle scelte adottate dalle imprese della distribuzione: dall’analisi dei bilanci 2012 di 7 mila imprese infatti emerge un 15% di realtà nel retail che ha mantenuto la propria redditività a livelli sostenuti. Gli asset strategici che hanno consentito questo risultato sono, sempre secondo Prometeia, sono rappresentati dall’orientamento sempre più marcato verso i fattori che creano valore piuttosto che verso il prezzo. Risultano vincenti ad esempio approcci volti a migliorare l’assortimento dei prodotti e i servizi pre e post-vendita, la focalizzazione sulle esigenze specifiche del proprio bacino di utenza e i programmi di fidelizzazione dei clienti finali, veicolati in particolare attraverso il Web.
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