Mancano poche settimane al 15 agosto, la data di entrata in vigore dell’Open Scope, in cui verrà ampliato il campo di applicazione del sistema Raee e molte categorie di prodotto entreranno a far parte del mondo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. In linea con il principio della “Extended Producer Responsibility”, il Legislatore europeo cerca così di fare in modo che ogni prodotto immesso sul mercato (nel nostro caso una Aee) abbia qualcuno (il Produttore) che si assuma la responsabilità di finanziare e gestire il trattamento del rifiuto che da quel prodotto deriverà: è quindi un provvedimento che nelle intenzioni è destinato quindi ad avere risvolti positivi dal punto di vista ambientale. Sono ancora molti, però, i nodi ancora da sciogliere per una sua attuazione pratica. Secondo una nota di Ecodom, per prima cosa, non c’è ancora chiarezza su quali prodotti saranno considerati “Aee”. La normativa dice che faranno parte dei Raee tutte le apparecchiature che per il loro corretto funzionamento dipendono dalla corrente elettrica: non c’è quindi un elenco esaustivo delle apparecchiature incluse, ma solo una definizione “aperta”. Nelle prossime settimane, pertanto, il Ministero dell’Ambiente sarà chiamato non solo a rispondere alle numerose richieste di chiarimento, ma soprattutto a controllare che tutti coloro che immettono sul mercato prodotti che saranno inclusi tra le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche adempiano effettivamente agli obblighi che la legge impone loro.
Altro problema urgente è definire in quale dei cinque Raggruppamenti debbano essere inseriti i Raee derivanti dalle nuove Aee. Nonostante i numerosi solleciti, anche in sede parlamentare, il Ministero dell’Ambiente non ha ancora definito i nuovi Raggruppamenti; in queste condizioni, l’unica possibilità di continuare a operare sarà quella di una auto-determinazione dei nuovi Raggruppamenti da parte dei Sistemi Collettivi: una sorta di autogestione, dove il privato (i Sistemi Collettivi istituiti dai Produttori di Aee) deve supplire alle carenze del pubblico.
Da ultimo, l’ampliamento del campo di applicazione della normativa sui Raee rischia di allontanare ancora di più lo Stato italiano dall’obiettivo di raccolta, che è infatti espresso come percentuale della quantità media di Aee immesse sul mercato nel triennio precedente. Se nuovi oggetti diventano Aee, la quantità immessa sul mercato aumenta: il rischio però è che non aumenti in modo significativo la quantità di Raee raccolti, perché tra le nuove Aee ci sono apparecchiature che difficilmente verranno portate alle isole ecologiche (alcuni esempi: stufe a pellet, caldaie a gas, biciclette elettriche). L’Italia è già molto lontana dall’obiettivo di raccolta dei Raee fissato per il 2019 (pari al 65%) e con la nuova normativa molto probabilmente lo sarà ancora di più.
In concomitanza con l’entrata in vigore dell’Open Scope, Remedia ha comunicato la sottoscrizione di tre importanti convenzioni con Assolombarda, Federazione Anima e FederlegnoArredo per supportare le aziende associate nel definire l’ambito di applicazione dei loro prodotti e ad agevolare l’iscrizione al Registro dei Produttori di Aee.
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