Nel 2022 la filiera legno-arredo ha aumentato del 12,7% il fatturato raggiungendo un valore di produzione di circa 57 miliardi di euro (nel 2019 era poco sopra i 43 miliardi di euro). L’aumento, al netto dell’effetto-prezzi, resta solo moderatamente positivo in volume.
I Preconsuntivi 2022 elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo su base Istat evidenziano un +11,1% del Macrosistema Arredamento (il fatturato alla produzione sfiora i 29 miliardi di euro), un +14,3% del Macrosistema Legno (fatturato alla produzione di oltre 23 miliardi di euro) e di un +15% del Commercio Legno che supera così i 4 miliardi di euro.
In Itali cresce soprattutto il legno per edilizia.
Sul mercato italiano (valore 35,6 miliardi di euro) la crescita della filiera ha raggiunto il +12,3%, grazie in particolare al contributo positivo del Macrosistema Legno, trainato soprattutto dai comparti delle finiture per edilizia (porte, finestre, pavimenti in legno) che hanno beneficiato dei diversi bonus edilizi.
Esportazione trainata dagli USA.
Per le esportazioni, che costituiscono il 37% del volume di fatturato totale della filiera legno-arredo, si stima una crescita del +13,3%, trainata in particolare dagli Stati Uniti (terza destinazione dietro la Francia e a pochissima distanza dalla Germania) anche se soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno si evidenzia un rallentamento. La Cina, a causa delle chiusure decise dal Governo cinese per contrastare la pandemia, è tra i primi 10 mercati della filiera, quella con la crescita più bassa (+4,8%).
Per il Macro Sistema Arredamento, andamento positivo per il fatturato alla produzione che sfiora i 29 miliardi di euro (+11,1%), mentre l’export che vale 15,3 miliardi di euro e rappresenta il 53% del fatturato totale, registra un +12,6% rispetto a un mercato interno (13,6 miliardi di euro) a +9,4%. I principali mercati presentano tutti un segno positivo, ad eccezione della Russia che perde quote uscendo dalle prime dieci destinazioni sostituita dagli Emirati Arabi Uniti.
“Nel 2023 si confermano i segnali di rallentamento registrati dal secondo trimestre ’22: il perdurare di una situazione di instabilità economica e politica che ha inciso sui costi energetici sostenuti dalle aziende, sulla loro disponibilità di materie prime ma anche sulla capacità di spesa dei consumatori. La forte domanda di materie prime iniziata nel ‘21 e la guerra ancora in corso” – spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo -” hanno innescato la carenza di alcuni materiali con conseguente innalzamento dei costi, acuitosi nel 2022″.
Aumenti dl 15% per il legno.
Basti pensare che per le imprese del legno l’aumento dei prezzi nel periodo gennaio-novembre ’22 ha toccato in media il +14,9% sul 2021 e il +24% sul 2019. Mentre per le imprese del mobile l’aumento nello stesso periodo è stato del +10,3% sul 2021 e del +14,6% sul 2019.
“Abbiamo importato più legno e a costi più elevati. Se non saranno adottate quanto prima le misure necessarie a contrastare la corsa dei costi energetici e delle materie prime e attuata una politica forestale che renda il nostro Paese autonomo nell’approvvigionamento di legname” – conclude Feltrin – “anche una filiera sana come la nostra rischia di non tenere più il passo e perdere competitività non solo in Europa ma anche su mercati emergenti”.
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