Per Istat il settore legno cala del 17% ad aprile ma FLA non concorda

A Claudio Feltrin non risulta il calo così marcato della filiera segnalato ad aprile dai dati dell'Istituto di Statistica. In parte la causa potrebbe essere una 'sana' riduzione nei prezzi dei pannelli
|||Il presidente di FederLegnoArredo Claudio Feltrin (Foto di Francesco Rucci)

FederLegnoArredo non concorda con il preoccupante dato rilevato dall’Istat secondo la quale in aprile il fatturato dell’industria del legno sarebbe sceso del 17,2%, un rallentamento molto più marcato di quello medio dell’industria (comunque preoccupante: -7%).

«Anche noi rileviamo segnali negativi sul fronte della produzione nel primo trimestre, a febbraio e marzo, dopo un gennaio che invece era ancora in crescita rispetto al 2022, forse ancora grazie alla spinta degli ordini precedenti», ha detto al Sole 24 Ore Claudio Feltrin, presidente di Federlegno-Arredo. «Tuttavia, non registriamo ancora un calo così importante come quello rilevato dall’Istat in aprile.  In particolare, le imprese del mobile sono ancora in territorio positivo, nonostante i primi segni di rallentamento». D

La riduzione riguarderebbe allora il  comparto legno, in particolare quelle del pannello, le più energivore della filiera, e sarebbe solo in parte dovuta a una riduzione della domanda e molto a causa della riduzione dei prezzi. In pratica le imprese Assopannelli lavorerebbero più o meno agli stessi ritmi di prima ma riflettendo sui listini il forte calo dei costi dell’energia.

Sulla frenata del legno potrebbe aver inciso in parte anche la concorrenza di Paesi extra-Ue (in primis la Turchia), dove i costi energetici più contenuti hanno permesso nell’ultimo anno e mezzo alle aziende di produrre ed esportare in Europa manufatti a prezzi più competitivi, riducendo le quote di mercato delle imprese europee.

In ogni caso lo stesso Presidente di FederLegnoArredo riconosce per l’arredo una flessione della domanda, soprattutto sul mercato interno, dove pesa anche il depotenziamento degli incentivi fiscali legati all’edilizia. «Tiene meglio l’export ma in questo caso risentiamo della frenata della Germania, il secondo mercato di sbocco europeo per i prodotti della nostra filiera» nota Feltrin.

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