Ondata di fallimenti in Germania

Nel retail e nella produzione di cucine e mobili crescono dal 2022 a ora le procedure concorsuali
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La tendenza alla crescita di insolvenze aziendali in Germania si era manifestata alla fine del 2022. Il rapido aumento dei costi dell’energia si è fermato ma l’inflazione record e la riluttanza dei consumatori a spendere continuano costringendo le aziende più deboli, soprattutto nella distribuzione di mobili e cucine a cessare l’attività. Tra i casi seguiti da Moebelkultur il più recente è quello di Hansa Complete-Kitchen che possiede due grandi negozi di cucine di Amburgo ed era stata rilevata da due imprenditori Michele Occhipinto e Stefan Schlegel nel 2020. I due negozi sono falliti lasciando in difficoltà i 160 clienti che avevano ordinato una cucina e i 22 dipendenti.  

La fuga è il caso di dirlo del suo azionista (40%) e AD Christoph Fughe dimessosi improvvisamente sta mettendo in grave difficoltà Störmer Küchen. La produzione è ferma e la rete di negozi soprattutto la catena Küchen Aktuell poco entusiasta di passare ordini all’azienda nonostante le promesse dell’altro azionista, la holding Niu invest. 

Il retailer  tedesco Who’s Perfect, 14 negozi di cucine bagno e arredo a Berlino, Amburgo, Monaco, Colonia e Düsseldorf è alle prese con l’insolvenza della società madre La Nuova Casa GmbH hche a presentato istanza di fallimento presso il tribunale di Monaco. Ai 250 dipendenti non rimane che presiedere alle svendite della merce in magazzino.

Il mobilificio F+S Polstermöbel ha dovuto chiudere l’attività nonostante il portafoglio ordini fosse pieno. Nessun investitore si è presentato al curatore fallimentare. I  90 dipendenti completerannio gli ordinativi in essere agosto e poi l’azienda chiuderà. 

Sullo sfondo la ‘madre’ di tutti i fallimenti nel retail:  Galeria Karstadt Kaufhof, una holding che ha raccolto l’eredità di tre delle più antiche realtà della GDO tedesca che è scivolata nella seconda procedura concorsuale consecutiva in meno di tre anni. Il leader della GDO che è presente anche nel settore GED e PED, chiuderà 52 dei suoi 160 punti vendita, 52 fra giugno e la fine del prossimo gennaio con una perdita di 4 mila posti di lavoro. Trecento licenziamenti anche  presso la sede centrale di Essen e in funzioni di servizio come IT e facility management.

A ben vedere la gran parte dei fallimenti avvenuti in questi mesi riguarda realtà già deboli, spesso reduci da fallimenti o salvataggi dell’ultima ora. Le aziende medie e grandi, nel retail così come nella produzione, stanno resistendo. 

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