Marco Milani, presidente e amministratore delegato di Indesit Company lo definisce “un piano per rimanere in Italia” quello presentato lo scorso giugno: 1.425 dipendenti, un terzo fra gli impiegati e operai attivi in Italia, sono interessati al piano di razionalizzazione, che in questi mesi ha provocato tensioni e la preoccupazione dei sindacati. A questo proposito, è previsto per il 17 a Roma un incontro dell’azienda con sindacati e Ministero dello sviluppo economico in cui, sottolinea il manager su “Il Corriere della sera”“Ci piacerebbe poter dare una svolta”. Milani sottolinea: “Non è previsto nessun licenziamento, quello che chiediamo ai sindacati è la trasformazione della cassa integrazione in contratti di solidarietà. Non c’è nessuna chiusura di poli produttivi, ma è previsto un loro accorpamento”. Il manager è schietto: “la nostra azienda ha una redditività in calo perché il mondo è cambiato. Bisogna prendere atto che l’economia italiana si deve basare su un altro tipo di industria, e non solo per l’elettrodomestico. Indesit non è mai stata un carrozzone e non vuole diventarlo, per questo sono stati necessari questi tagli”. A questo proposito, Milani svela i piani futuri: “Dobbiamo trovare un set nel breve termine, i prossimi cinque anni, in cui concentrare in Italia la produzione di elettrodomestici di valore. La fase due sarà quella degli investimenti per realizzare prodotti migliori e a costi più competitivi, senza abbandonare alcun stabilimento. Il 2013 è stato un altro anno di mercato stagnante, il 2014 sarà un anno di stabilità e di leggero miglioramento, il 2015 di svolta. Se la domanda migliora e io ci credo, potrà essere possibile far rientrare a tempo pieno i dipendenti in solidarietà”. © RIPRODUZIONE RISERVATA In caso di citazione si prega di citare e linkare progettocucinabiz.it