La crisi del mercato tedesco e italiano si fa sentire e Ariston Group chiude i primi 9 mesi del 2024 con un calo del fatturato (1,9 miliardi) di quasi il 15% sul corrispondente periodo del 2023. Il terzo trimestre non segna un miglioramento significativo delle vendite. In un business dove le economie di scala contano, è comprensibile che il margine operativo cali in modo più che proporzionale: l’Ebit adjusted è sceso del 56% a 97 milioni. Nel III trimestre le cose sono andate un po’ meglio (per la prima volta dall’IPO il free cash è positivo).
Questi risultati non spaventano la multinazionale di Fabriano che conferma le previsioni fatte a inizio anno: il 2024 si chiuderà con un calo del fatturato del 12-15% ma la marginalità rimarrà ampiamente positiva (Ebit del 6%). Nel 2025 le cose andranno meglio e – anche grazie alla base di calcolo inferiore – il management si attende una crescita organica intorno al 5%.
Il Ceo Maurizio Brusadelli ha commentato: “Come previsto, il mercato è rimasto debole. Abbiamo migliorato con successo i nostri margini rispetto al trimestre precedente attraverso una serie di iniziative per ridurre i costi e ridefinire le priorità degli investimenti. Inoltre, la nostra gestione disciplinata delle scorte ha aumentato il nostro flusso di cassa. Mentre continuiamo a rispettare i nostri piani di prodotto e di sostenibilità, la crescita redditizia a lungo termine del Gruppo Ariston rimane la nostra massima priorità, favorita dalla transizione energetica”.
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