Marco Scapin racconta Marmo Arredo

Marco Scapin terza generazione spiega la visione del gruppo Scapin noto per i marchi Marmo Arredo e Quartzforms® che si incentra sulla ricerca tecnologica e l’alta qualità e, attorno a queste, ha costruito un approccio innovativo al prodotto e al servizio.
|||||||||||||Marco Scapin||||Shutterstock||||||||Lo showroom di Marmo Arredo in via Santa Tecla a Milano.|Marco Scapin

Di seguito un estratto dell’intervista a Marco Scapin, art director del Gruppo Scapin pubblicata su Progetto Cucina di ottobre (n. 10). Per leggere il testo integrale clicca QUI oppure scarica la versione digitale dall’app di Progetto Cucina su  Apple Store e Google Play o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.

Marco Scapin terza generazione spiega la visione del gruppo Scapin  noto per i marchi Marmo Arredo e Quartzforms® che si incentra sulla ricerca tecnologica e l’alta qualità e, attorno a queste, ha costruito un approccio innovativo al prodotto e al servizio.

In 40 anni di storia il gruppo Scapin, realtà solida e articolata alla quale fanno capo diversi marchi – tra i quali Marmo Arredo e Quartzforms®, ognuno dedicato a una specifica area produttiva e commerciale, ha raggiunto un giro d’affari di circa 56 milioni di euro con la previsione di superare i 60 per l’anno in corso, assumendo così una posizione di leadership nel mercato di rifermento.

Ma qual è la formula di successo di questa azienda familiare veneta e quali sono i benefit che assicura a produttori, retailer e clienti finali? Progetto Cucina ne parla con Marco Scapin, rappresentante della terza generazione della famiglia e art director del gruppo.

Quello che sappiamo fare è unire tecnologia e bellezza” – spiega il manager – “la tecnologia permette di realizzare al meglio il prodotto, la bellezza di farlo entrare nella vita delle persone e di migliorarla, sia che si tratti di un piano cucina, sia di un backsplash, del rivestimento di una parete o della realizzazione di un ambiente bagno”.

Come si diventa punto di riferimento nel mercato?

Con una filosofia chiara e condivisa. Il Gruppo Scapin nasce nel 1981, quando i tre fondatori Vincenzo, Romeo e Gianni Scapin, raccogliendo l’esperienza del padre Domenico Luigi, misero a frutto la sua competenza nella lavorazione artigianale delle pietre per l’edilizia, coniugandola con una forte attenzione allo sviluppo tecnologico. Mentre tutti i concorrenti di media e grande dimensione nella pietra realizzavano il grosso del fatturato nella vendita del materiale, delegando a piccoli terzisti la lavorazione, noi ci siamo specializzati proprio in questa. Abbiamo iniziato come una realtà artigianale piccola, ma con una vision collettiva e rigorosa: capire cosa vuole il cliente e creare un sistema di prodotto e servizio che risponda a questa esigenza, con la qualità più alta e la tecnologia più avanzata. 

Come si arriva a Marmo Arredo e a Quarzforms®?

Marmo Arredo nasce come costola dall’azienda artigiana del nonno che si occupava di edilizia. Vede, 40 anni fa le aziende del settore lapideo avevano un andamento stagionale, un po’ come le aziende agricole. Dalla primavera all’autunno lavoravano per i costruttori edili che erano il cliente principale, in autunno si concentravano sul marmo per la funeraria e in inverno si dedicavano al marmo per arredamento. I cucinieri, in questo modo, non avevano a disposizione un fornitore specializzato che lavorasse in modo costante nel loro settore. estetica. Già da tempo avevamo iniziato a industrializzare un’attività che in passato era svolta solo in modo manuale come la lavorazione della pietra ma nonostante avessimo introdotto per primi le macchine a controllo numerico nella lavorazione, investendo moltissimo nella ingegnerizzazione, avevamo riscontrato molti limiti nella produzione su grande scala. 

Il settore era in grande crescita, così come quello dell’edilizia e delle ristrutturazioni e la clientela cominciava a volere di più. Voleva sperimentare materiali diversi e più innovativi che si distinguessero dal legno e dal laminato. Quando il mercato ha iniziato a espandersi e a differenziare l’offerta, le aziende hanno avuto bisogno di marmisti che lavorassero 12 mesi su 12 nell’arredo. Così, agli albori degli anni 80, abbiamo fondato Marmo Arredo, azienda con un nome che oggi sembra ovvio, ma ai tempi identificava in modo univoco la sua missione e la sua specificità: marmo per arredo. 

E così è nata Quartzforms®.

Nei primi anni Novanta si è fatto spazio nel mercato l’agglomerato di quarzo. Nessun marmista voleva lavorare quello che veniva percepito come ‘marmo finto’, mentre noi invece abbiamo colto subito le potenzialità dell’enginereed stone, sia in termini di industrializzazione del processo, sia in termini di resa.

Abbiamo iniziato acquistando il quarzo tecnico per lavorarlo e rivenderlo, avviando inoltre un’azienda di distribuzione in Italia e acquisendo la più sofisticata capacità di lavorazione. Nel 2010 abbiamo acquisito e rimesso in produzione un impianto a Magdeburgo, in Germania, dove si produceva quarzo composito con le migliori tecnologie.

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Lo showroom di Marmo Arredo in via Santa Tecla a Milano.

Influenzare il consumatore è uno dei compiti più complessi, soprattutto per una realtà B2B come la vostra…

Difficile, ma non impossibile. Tutti conosciamo il marchio Vibram, eppure l’azienda produce suole, e nonostante questo è riuscita a creare un brand sulla componente di un altro prodotto, come la scarpa o lo stivale. Noi vogliamo fare la stessa cosa. I consumatori oggi sono sempre più attenti ai piani e ai rivestimenti cucina perché sono le superfici che danno l’impronta estetica a uno spazio dove trascorrono il 40% del loro tempo in casa, oltre a dover garantire alte performance funzionali. Lo showroom che avete inaugurato recentemente a Milano serve ad aumentare la riconoscibilità del marchio presso il cliente finale? Anche, ma è un obiettivo secondario. Via Santa Tecla è centralissima, ma se avessimo voluto dialogare con il consumatore avremmo valutato altri indirizzi, avremmo aperto in più città e avremmo messo in negozio una bella rastrelliera con 20 o 50 soluzioni predefinite. Noi, invece, abbiamo voluto uno spazio che potesse ispirare e facilitare la creatività. Vede, abbiamo parlato del produttore di cucine, del retailer e del consumatore finale, ma esistono altri due interlocutori importantissimi, soprattutto nel mondo contract: il progettista e il prescrittore.

È per loro questo spazio?

Sì, e lo ha definito lei correttamente: uno spazio, non un negozio. Un luogo dove i prescrittori e gli architetti possono interagire. E per creare tutto questo, Milano era una scelta obbligata. Come è nata la collaborazione con Stefano Boeri Interiors che ha progettato lo showroom? Cercavamo un progettista che condividesse le nostre visioni, che associasse radicalità di pensiero a un continuo e attento lavoro di ricerca. E Stefano Boeri Interiors è riuscito a creare uno spazio intelligente e ispirante, un luogo ibrido, mutevole e vivo che vogliamo utilizzare anche per eventi trasversali e diversi dal nostro mondo.

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