Con 525 voti a favore e 49 contrari il Parlamento europeo ha dato il via libero al regolamento sul Made in che prevede l’etichettatura obbligatoria per i prodotti importati dai paesi terzi all’interno degli stati dell’Ue. Scopo primario è tutelare gli interessi dell’industria manifatturiera e dei consumatori i quali, grazie a questo marchio, potranno fare acquisti più consapevoli. Cristiana Muscardini, vice presidente della commissione commercio internazionale e relatrice del testo, ha commentato ieri: “Dopo sei anni di intenso lavoro e innumerevoli negoziati con i deputati stranieri, abbiamo fatto un passo avanti in parlamento. Ora tocca al consiglio che ha tre mesi di tempo per esprimere le sue osservazioni e, se tutto va bene, in primavera, la legge potrebbe essere già approvata”. Il regolamento Ue sul Made in, che avrà validità per cinque anni dalla sua entrata in vigore, prevede l’obbligo del marchio di origine per: ceramiche, rubinetteria, mobili, tessile e abbigliamento, cuoio, calzature, borse, valigie e oggetti da viaggio, selleria, gioielleria, viti e bulloni, utensili e utensileria, scope e spazzole, vetro, pneumatici e camere d’aria di gomma, sciabole, spade e armi bianche. “È andata anche meglio del previsto” ha dichiarato l’oratore Gianluca Susta. “Non c’è dubbio che il regolamento europeo porrà anche fine a uno svantaggio competitivo dell’Europa che oggi si deve misurare sui mercati globali con concorrenti non solo sempre più agguerriti ma anche dotati di norme sui marchi di origine. Ce le hanno, infatti, Stati Uniti, Canada e Messico, Cina e India. Anche per questo la lacuna va riempita”. © RIPRODUZIONE RISERVATA In caso di citazione si prega di citare e linkare progettocucinabiz.it