La versione integrale di questo articolo, apparso sul numero di aprile di Progetto Cucina, è disponibile on line a questo indirizzo.
Il gruppo Lombardini22 è una realtà unica nel mondo della progettazione italiana. Guidato da sette soci, professionisti che integrano competenze diverse, si distingue per la visione lungimirante messa in campo fin dalla sua origine e ispirata alle grandi società di progettazione internazionali. È firmato da loro l’intervento di trasformazione dei padiglioni della 62° edizione del Salone del Mobile.Milano dedicati alle esposizioni biennali.
Protagonista dell’edizione 2023 il restyling degli spazi dedicati a Euroluce e, grazie anche agli ottimi risultati ottenuti (in seguito a un’indagine condotta dal Salone sui propri utenti), quest’anno oggetto della trasformazione sono stati i padiglioni di Eurocucina e del Salone Internazionale del Bagno. Punti fermi del progetto, l’ascolto delle esigenze dei diversi stakeholder del Salone del Mobile e il concetto di persona al centro. “Come per Euroluce”, spiega Cristian Catania, Reinventing Fairs project director di Lombardini22, “il nostro intervento è stato una bellissima rivoluzione per gli spazi di Rho che ha visto ribaltare il concetto di fiera ‘stand-centrica’, ovvero dove gli stand erano i protagonisti dello spazio, per diventare un evento capace di rispondere, prima di tutto, alle esigenze delle persone”.
I primi passi di questa rivoluzione sono stati dei tavoli di consultazione, organizzati dal Salone del Mobile, che hanno coinvolto tutti i principali protagonisti: espositori, designer e grandi player contractor. “Noi eravamo auditori di queste consultazioni”, prosegue Catania, “e grazie a questo ascolto abbiamo cominciato a realizzare un brief che nel 2023 si è tradotto nel progetto City of Light. È proprio la città, infatti, lo spazio a cui ci siamo ispirati per il progetto. Anche quest’anno lo spazio urbano, nella sua concezione più contemporanea, ci ha guidati: mettendo al centro l’esperienza della visita, abbiamo allargato la dimensione delle strade, cioè delle corsie, diminuendone il numero”.
“Lo spazio? ha sempre degli effetti”
“Lo spazio non è mai neutro, ma ha sempre degli effetti sulle persone che lo attraversano”, spiega Federica Sanchez, architetta e ricercatrice di neuroescienze presso Lombardini22. Le neuroscienze, insieme ad altri studi in discipline quali psicologia, fisiologia, sociologia e antropologia, aiutano nella comprensione delle risposte umane all’ambiente costruito. “Oggi è possibile, attraverso l’implementazione di ricerca ed esperimenti nel campo delle neuroscienze, fornire metodi per misurare in maniera quantitativa e oggettiva alcuni aspetti intangibili e immateriali che però definiscono il valore di un progetto architettonico: l’esperienza delle persone che vivono e interagiscono nello spazio.” afferma.
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