la FILIERA DELL’EDILIZIA e DELL’ARREDo chiede interventi mirati al governo

Angaisa, Federcomated, Federmobili e FME, associazioni che rappresentano le aziende dell’edilizia e dell’arredamento per un fatturato complessivo di 135 miliardi di euro, hanno deciso di rivolgersi congiuntamente a Confcommercio e al Governo, alle forze politiche e al mondo finanziario per richiedere interventi di prioritaria importanza, ma soprattutto “imprescindibili per riuscire a mantenere i livelli occupazionali delle imprese”. Come si legge nella nota, “le misure introdotte per il contenimento dell’emergenza COVID-19, la chiusura delle attività ritenute non essenziali, il significativo declino della domanda di beni e servizi, stanno determinando una crisi di liquidità senza precedenti, in grado di tradursi in “trappola” per la generalità degli operatori economici, comprese le attività che, pur potendo formalmente proseguire, hanno subito un drastico calo del fatturato, di fatto azzerato. Questo problema deve ricevere una immediata e prioritaria risposta, pena la tenuta del sistema Paese”. Le associazioni richiedono: 1. una moratoria fiscale rafforzata e allargata al sistema dei tributi locali e alla TARI;2. sostegno alle imprese con un’immediata iniezione di liquidità a copertura delle spese di funzionamento, attraverso contributi a fondo perduto e/o prestiti a tasso zero coperti da garanzia statale;3. congelamento della valutazione del merito di credito delle imprese al momento immediatamente precedente l’inizio dell’emergenza.Con riferimento, in particolare alla priorità di cui al punto 2, le associazioni ritengono che possa risultare molto efficace la proposta che sta circolando denominata PIANO BRIDGE, che prevede per tutti gli operatori economici non finanziari un credito aggiuntivo (rispetto a quello che le banche metterebbero normalmente a disposizione) pari a massimo 3/12 del fatturato 2019 dell’operatore, a tasso zero, rimborsabile in massimo 100 rate a partire dal 1 gennaio 2022, garantito al 100% dallo Stato a titolo gratuito.”Un Piano Ponte – ha commenta Mauro Mamoli, Presidente di Federmobiliche insieme alle altre misure proposte dalla nostra Confederazione consentirebbe a tutti gli operatori di onorare i pagamenti improrogabili e di mantenere l’occupazione, in modo da poter essere pronti a ripartire non appena l’emergenza sarà rientrata. Un ponte per passare dalla sponda dell’incertezza e della sfiducia, alla sponda della sicurezza e della speranza nel futuro, un ponte da costruire adesso per far fronte, velocemente, al dopo: Francia e Svizzera hanno già adottato in tempo reale misure simili. Ritengo sia utile prendere spunto dal loro esempio e sono convinto che possiamo anche fare di meglio, ma bisogna farlo subito con decisione e senza ulteriori tentennamenti”.

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