È confermato: anche nel 2013 l’ecommerce B2c in Italia crescerà e un tasso del 18%, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano. Le vendite da siti con operatività in Italia toccheranno quota 11,3 miliardi di euro, grazie a una maggiore la crescita per i comparti di prodotto (+25%) rispetto a quelli che vendono servizi (+13%) anche se i servizi pesano comunque il 61% delle vendite. L’e-commerce cresce e crescono così tutti i principali comparti, anche se si distingue l’abbigliamento che intascherà un incremento del 30% (secondo il Politecnico di Milano grazie alla crescita strutturale di alcune Dot Com e dei club online), ma anche bene le vendite on-line dell’informatica ed elettronica di consumo che, trainata dai marketplace e dai grandi retailer crescerà quest’anno del 20% circa rispetto al 2012, rispetto a vendite in contrazione sui canali fisici. A fine anno il comparto hi-tech rappresenterà l’11% delle vendite on-line. Invece, più statico il trend di editoria, musica e audiovisivi (+6%). “Ma anche nel grocery la crescita è dell’11% (pari in valore assoluto a pochi milioni di euro), mentre nell’arredamento vi è stato un incremento significativo del transato (oggi pari a 70 milioni di euro), grazie al contributo sia dei grandi retailer sia di startup innovative” sintetizzano sempre i ricercatori del Politecnico. Le vendite di servizi continuano a crescere, ma sotto la media del mercato: +13% per il settore turismo e +14%. Detto ciò la penetrazione dell’ecommerce sul totale delle vendite retail passerà dal 2,6% al 3% nel 2013 e quindi pone comunque il nostro Paese come fanalino di coda tra i paesi Europei. Nei paesi maturi più maturi (UK, USA, Corea e Giappone) la penetrazione oscilla tra il 10 e il 14%, mentre in Germania , Francia e Spagna è più bassa: 8,6 e 4,5%. Nei paesi emergenti passa invece dallo 0,5% dell’India al 2,7% della Cina. Va detto però che per quanto concerne i tassi i crescita, l’Italia, con un tasso pari al 18%, si pone invece al passo con gli paesi europei. Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, ha commentato: “Se osserviamo alle peculiarità del nostro mercato interno”, aggiunge Roberto Liscia, “dal lato dei consumatori, possiamo notare alcuni trend interessanti: gli acquirenti online attivi negli ultimi tre mesi hanno superato soglia 14 milioni, con una crescita in due anni del 55% dei web shopper. Di questi, il numero di consumatori che hanno fatto almeno una volta nella vita l’esperienza di acquisto online di prodotti di abbigliamento (inclusi accessori, borse, scarpe) è cresciuto di oltre un milione di unità negli ultimi dodici mesi. In generale, circa il 12% delle transazioni sono originate via App o su siti per dispositivi mobili, mentre per quanto attiene il gradimento dell’esperienza d’acquisto il 90% dei consumatori dà un voto superiore a 7 allo shopping online, ma la percentuale sale al 94% per chi compra online”. Una delle altre evidenze è che si è nel 2013 riscontrata una straordinaria crescita del mobile commerce: +255%, ma attenzione passiamo da 144 milioni di euro nel 2012 a 510 milioni di euro nel 2013, ovvero oggi il mobile commerce crsece ma pesa ancora il 4,5% delle vendite online, ma ad esse si aggiungono le transazioni effettuate via tablet, pari a un miliardo di euro: un terzo di queste circa sono effettuate tramite Applicazioni appositamente sviluppate dai merchant, due terzi mediante browsing sul sito di e-commerce. “L’integrazione dell’esperienza di acquisto con una soluzione mobile in ottica multicanale costituisce quindi uno dei fattori chiave perché l’e-commerce BtoC in Italia possa crescere in maniera ancora più decisa, raggiungendo valori comparabili a quelli dei mercati internazionali” afferma Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio. “Chi, tra i merchant, ha attivato iniziative multicanale ben costruite ossia basate su una reale integrazione tra i diversi canali – negozi, online, mobile e social – con progetti in grado sfruttare le peculiarità di ciascun canale e metterle a complemento dell’altro, sta conseguendo benefici importanti nella generazione di fatturato aggiuntivo. Da un lato, infatti si registra un aumento della spesa complessiva di un cliente già acquisito che, grazie alle nuove occasioni di acquisto su Web e sul Mobile, alla possibilità di acquistare online quanto non presente o andato esaurito sul punto vendita, spende fino al 10-20% in più di quanto spendeva prima. Dall’altro si acquisiscono nuovi clienti grazie alla maggiore copertura geografica e temporale”. Infine, i ricercatori del Politecnico hanno evidenziato che saranno sempre più determinanti nello sviluppo delle vendite on-line tutti quei modelli di business volti a fornire al cliente un vantaggio, in primis di prezzo: “Se fino ad oggi abbiamo assistito al boom dei siti di couponing, delle vendite a tempo, degli outlet online, dei comparatori di prezzo, ci sono ancora molti modelli in fase di sviluppo, come ad esempio quelli che puntano alla condivisione delle risorse (casa vacanza, auto, ecc.) o al riuso di prodotti (vedi prima infanzia) oppure al ricondizionamento”.
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