È notizia di ieri: J. P. Industries sembra avere avviato la procedura di mobilità per 400 dei 684 dipendenti ex Merloni in forza nelle unità di Marche, Umbria e nel sito di Fabriano. Una sorpresa, stando ai quotidiani che hanno riportato la notizia, anche per i sindacati e per il sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola.
J.P. Industries, ricordiamo, fu fondata nel 2012 dall’imprenditore marchigiano Giovanni Porcarelli sulle ceneri dell’ex Antonio Merloni, il più grande contoterzista di elettrodomestici nell’Europa ante-crisi (3.200 addetti nei tempi d’oro). Ebbene, nella comunicazione trasmessa ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico e alle parti sociali, il patron Porcarelli addebita gli strascichi del contenzioso promosso dalle banche creditrici dell’ex Merloni e le “mutate condizioni del mercato” del bianco come principali cause della decisione. Ma, per la Fiom e la Fim “non si possono scaricare sui lavoratori” partite che devono essere giocate su altri tavoli. E lo stesso sindaco Sagramola ha sollecitato “un intervento urgente del Mise” e della Regione.
Dal 2012 a oggi, “ci sono sempre stati in media 480 lavoratori in Cigs”. Nessun segnale di ripresa all’orizzonte, ma – anzi – una situazione di crisi “definitiva e strutturale” che rende indispensabile una ristrutturazione con riduzione del personale. A Fabriano gli esuberi dichiarati sono 390 fra gli operai e 10 fra i quadri e gli impiegati. “Proprio mentre, dopo sei anni di attesa, l’Accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree di Marche e Umbria colpite dalla crisi dell’ex Merloni stava per diventare operativo, con 26 milioni di euro a disposizione delle due regioni”, scrive Repubblica.it.
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