Una ennesima ‘tegola’ cade da Bruxelles sull’industria degli elettrodomestici. Secondo Il Regolamento dell’UE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (PPWR), presentato a novembre dello scorso anno, dal 2030 i grandi elettrodomestici dovranno essere trasportati quasi interamente utilizzando imballaggi riutilizzabili.
Il Regolamento PPWR, che una volta approvato dal Parlamento europeo diviene immediatamente Legge dello Stato in tutti i Paesi membri mira a ridurre le scatole e gli involucri non necessari promuovendo al contempo il riciclaggio e il riutilizzo.
La proposta, attualmente all’esame del Parlamento europeo e degli Stati membri dell’UE prima dell’eventuale adozione, ha causatole proteste di Applia, l’organizzazione europea dei produttori di elettrodomestici.
Secondo la proposta della Commissione, il 90% degli imballaggi utilizzati per i grandi elettrodomestici deve essere “reso disponibile in imballaggi riutilizzabili per il trasporto” entro il 2030. Nell’articolo 26.1 del progetto di regolamento, si stabiliscono obiettivi di riutilizzo per gli imballaggi utilizzati nel trasporto di “grandi elettrodomestici” come frigoriferi, lavatrici, asciugatrici, ventilatori elettrici o condizionatori d’aria.
Il provvedimento “costituisce un notevole motivo di preoccupazione per il nostro settore”, ha affermato Paolo Falcioni, direttore generale di APPLiA, associazione di categoria che rappresenta l’industria degli elettrodomestici in Europa.
Secondo APPLiA, l’imballaggio per i grandi elettrodomestici deve essere funzionale e protettivo, per garantire che il prodotto non venga danneggiato fisicamente o dall’umidità durante il suo percorso dal produttore al rivenditore e infine al consumatore.
Gli imballaggi tipicamente utilizzati per questo scopo includono pallet, reggette di plastica, scatole di cartone e involucri di pallet, alcuni dei quali “non possono essere riutilizzati a causa di vincoli tecnici”, ha affermato APPLiA.
“Ad esempio, l’avvolgimento dei pallet può danneggiarsi o contaminarsi con materiali che non possono essere adeguatamente puliti, rendendoli inutilizzabili per spedizioni future. In altri casi, il riutilizzo può essere possibile, ma il costo e la complessità della restituzione dell’imballaggio al produttore possono renderlo impraticabile”.
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