Il Salone del mobile pronto al rinvio

Nonostante l'ottimo risultato degli stand venduti, la variante Omicron pone seri dubbi alla realizzazione della Fiera, nelle date scelte
Salone del mobile

Ancora dubbi per il Salone del Mobile di Milano e questa volta, ancora più pesanti visti gli alti numeri di Omicron sul paese. Il compleanno per spegnere le sue 60 candeline in grande stile, probabilmente dovrà essere ancora posticipato. 

Secondo Repubblica.it di oggi, settimana prossima verrà affrontato l’argomento in una riunione del consiglio di Federlegno Arredo Eventi, in cui la presidentessa Maria Porro prenderà parte. E lo farà con alcune ipotesi di lavoro. 

Nonostante che il 90% dei posti è stato già prenotato, i dubbi hanno iniziato a prendere concretezza per colpa dei contagi dai numeri assurdi. Ora la sfida è quella di riportare il settore sul podio della ripartenza come si è fatto con il Supersalone. Anche per non perdere il primato internazionale di Milano. 

Fiere cancellate in Europa e Milano

D’altronde nel resto di Europa sono già state rinviate da gennaio a marzo Maison & Objet a Parigi. In quel di Colonia invece, la Fiera del mobile edizione 2022 è stata proprio cancellata. 

Nella capitale meneghina non sarebbe la prima (e ne l’ultima) fiera ad essere slittata. Trasportec, la fiera per l’autortrasporto e la logistica, Mido, il salone internazionale degli occhiali e la Bit, la borsa internazionale del turismo, hanno subito tutte variazioni importanti. 

Le ipotesi sul Salone del Mobile

Attualmente, riporta Repubblica, le ipotesi sono tre: confermare le date dal 5 al 10 aprile aspettando di superare il picco dei contagi, slittare direttamente a giugno o rifare tutto a settembre come quest’anno. Ma a differenza del Supersalone, la formula non è in discussione. Si parla di una fiera tradizionale con gli stand posizionati nei venti padiglioni della Fiera di Rho. Si riconfermano anche le biennali di bagno e cucina.

Affluenza: pubblico ed espositori

Ma come gestire l’affluenza? Da una parte quella straniera che ci si aspetta, dopo due anni di assenza, essere molto alta. Dall’altra quella degli stessi espositori stranieri che sono ben il 30% di copertura, pronti a tirarsi indietro nelle prossime settimane. La variabile? Ovviamente la situazione sanitaria, poco interpretabile e ipotizzabile da tutti. 

Infine, ma non in ultimo, le aziende italiane in cui mancano numerosi membri del personale. Tra quarantene e positivi, l’apertura del dopo Natale si sta rivelando un grande problema. Che si specchia anche sulla preparazione dello stand, già partito per essere pronto tra poche settimane. 

Ecco perché la decisione, dovrebbe arrivare quanto prima. 

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