A fine 2015 il mercato dell’Internet of Things in Italia ha raggiunto i 2 miliardi di euro, con una crescita del 30% rispetto al 2014, spinta sia dalle applicazioni che sfruttano la connettività da cellulare (pari a 1,47 miliardi di euro, +28% rispetto al 2014) sia da quelle che utilizzano altre tecnologie come Wireless M-Bus o Bluetooth Low Energy (530 milioni di euro, +33%). Anche se l’IoT apre uno scenario applicativo sconfinato, il mercato italiano è trainato in particolare dai contatori gas (25%) – sostenuti dagli obblighi normativi – e dalle auto connesse (24%) – un settimo del parco circolante-.
Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca dell’Osservatorio Internet o f T h i n g s della School of Management del Politecnico di Milano presentata la scorsa settimana a Milano.
Si consolidano le soluzioni di smart building (18%), in particolare per la videosorveglianza e la gestione degli impianti fotovoltaici, quelle di smart logistics (11%), quelle di smart city & smart environment (9%). A quota 7% sul totale la smart home (7%), soprattutto con applicazioni di antintrusione e termostati controllati a distanza.
Nello specifico, riguardo la casa intelligente l’indagine evidenzia come il 79% dei consumatori italiani sia disposto ad acquistare prodotti connessi, il 33% in più rispetto all’anno precedente, ma solo un consumatore su cinque disponga già di almeno un oggetto intelligente nella propria abitazione e le intenzioni di acquisto sono lontane nel tempo: solo il 25% di chi dichiara di voler comprare un prodotto lo farà entro 12 mesi.
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