Il legno non si brucia: si usa

L'uso del legno come fonte di energia ha sestuplicato il costo del 'cippato' mettendo in crisi le aziende che producono pannelli. Assopannelli propone il principio dell'utilizzo 'a cascata' e contesta il rinnovo degli incentivi UE.
Paolo Fantoni, Presidente di Assopannelli.

L’uso del legno come fonte di energia ne ha sestuplicato il costo. Assopannelli  contesta il rinnovo degli incentivi UE e  propone il principio dell’utilizzo ‘a cascata’.

La discussione intorno alla direttiva Red III sulle energie rinnovabili in corso di approvazione presso la Commissione UE comprende la proroga o meno degli incentivi in vigore da oltre dieci anni a favore dell’uso del legno per la produzione di energia.
Un incentivo che danneggia chi si serve del legno per produrre lavorati e semilavorati come le imprese del legno-arredo, che considerano questi sussidi un elemento di distorsione del libero mercato.

Un link perverso fra il Cremlino e il mobile da cucina

L’uso del legno come fonte di energia lega in modo perverso due mercati lonanissimi: quello degli idrocarburi (sensibile come vediamo a ogni crisi geopolitica) e quello dei mobili da cucina. L’elevata domanda di scarti del legno vergine come fonte energetica alternativa al costosissimo gas, sottolinea Il Sole 24 Ore in un articolo apparso il 14 settembre, ha sestuplicato il loro prezzo da 5 a 30 euro al metro cubo in 18 mesi.
«Il settore del legno e in particolare l’industria europea del pannello” – ha detto il presidente di Assopannelli Paolo Fantoni, “soffre per la scarsità di materia prima. Alcune aziende sono arrivate a interrompere temporaneamente le produzioni, con il rischio concreto di far venir meno alla filiera del mobile il necessario rifornimento». Inoltre, alcuni produttori sono costretti a rifornirsi di legname da oltreoceano, per ovviare alla mancanza di disponibilità dai tradizionali fornitori europei”.

E’ davvero ‘verde’ questa energia?

Chi produce energia da biomasse d’altra parte chiede il mantenimento degli incentivi. Al contrario di solare ed eolico, l’energia da biomasse non ha una alta efficienza e forse solo in queste settimane ha raggiunto la grid parity, cioè un costo di produzione puro pari a quello di mercato. Insomma senza incentivi UE la produzione di questa energia ‘verde’ si fermerebbe. Ma è poi davvero così ecologico produrre energia bruciando legno?
La politica dei sussidi alla combustione del legno ha fatto di questa materia prima la principale fonte di energia rinnovabile in Europa, davanti a quella solare ed eolica. Diversi esperti hanno chiesto alla Commissione UE di non incentivare una pratica che ha un forte impatto sull’ambiente sia diretto sia indiretto (contribuisce alla deforestazione). LA coalizione Forest Biomass out of Red, formata da 100 Ong,supportate da circa 300 scienziati, secondo cui la produzione di energia da biomassa forestale è più inquinante dell’uso delle fonti fossili.

Il principio dell’uso a cascata.

La federazione europea dei pannelli preme sul cosiddetto “Principio dell’uso a cascata” del legno. «In via prioritaria il legno dovrebbe essere usato per la realizzazione di travi, tavole, pannelli,mobili ecc., lasciando come ultima possibilità la sua valorizzazione energetica», spiega Fantoni.
Lo scontro oppone i Paesi del nord Europa ricchi di foreste e impianti di prima trasformazione a quelli del sud europa, Italia in promo luogo che invece il legno lo trasformano per la loro industria del mobile. «È probabile che si arriverà a un compromesso» – spiega Paolo Fantoni – «che per noi non è ottimale, ma che segna comunque un passo avanti. Ci aspettiamo cioè che dai contributi, che sono comunque riservati solo ai kilowatt prodotti da combustione di legno vergine, vengano esclusi i tronchi e le parti nobili del legno, mentre rimangano per tipologie come cippato e segature».

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