Il commercio di seconda mano vale 18 miliardi di euro

L’Osservatorio 2015 Second Hand Economy condotto da DOXA e commissionato da Subito svela che è un mercato che coinvolge il 50% degli under 45 anni e genera un volume di affari pari a 18 miliardi di euro, ovvero l’1% del PIL italiano. Questa “forma di mercato rinnovata” ha un impatto rilevante in Italia anche grazie alla Rete “in quanto il 38% del volume d’affari, ovvero 6,8 miliardi di euro, passa attraverso l’online”. I beni usati più acquistati online appartengono alle categorie elettronica & hi-tech (33%), sports e hobby (31%), veicoli (28%) e casa e persona (26%). Doxa evidenzia che chi compra il second hand continua a farlo anno dopo anno (56%) “confermando la propria scelta verso questo stile di commercio in cui i mercatini e le modalità offline stanno progressivamente lasciando il posto al digitale”. Ai veicoli va la leadership indiscussa del volume d’affari online con 4,2 miliardi di euro, seguiti dal mondo dell’arredamento e degli elettrodomestici (980 milioni). In questo scenario sta crescendo anche il peso di altri settori come la moda, che copre un volume di affari pari a 360 milioni di euro, e l’hi-tech con 340 milioni. La volontà degli italiani di liberarsi del superfluo (58%) e di soddisfare il desiderio di cambiamento (13%) stimola la crescita di questo mercato a conferma che la crisi economica non è il driver della compravendita dell’usato. Ai primi posti come player del commercio di second hand ci sono i Millennials composto da chi compra per avere sempre cose nuove, ma ha un basso potere d’acquisto. A seguire Doxa indica gli Ideologici , nostalgici delle cose di una volta che comprano o che vendono per contribuire in prima persona a un nuovo modo di fare economia; poi i Concreti che compra l’usato per permettersi ciò che serve e infine le Smart Chic.

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