Di seguito un estratto della Inchiesta apparsa sul numero di maggio di Progetto Cucina
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La geografia del settore di Infodata conferma che i cucinieri si concentrano in Triveneto, la regione sul podio è il Veneto con 834 milioni di ricavi aggregati. Dopo le Marche (723 milioni) viene il Friuli Venezia Giulia (336,8 milioni), seguono Toscana e Lombardia.
Si tratta di veri distretti industriali e terziari integrati che hanno come capofila dei gruppi di statura internazionale ancorchè saldamente radicati nel loro territorio. Progetto Cucina ha intervistato Arrex, Arrital, Doimo Cucine edEuromobil, chiedendo loro di raccontare la loro essenza, la loro anima e qualche anticipazione per i mesi che verranno.
Arrex: 50 anni di ottimismo
Forte del suo mezzo secolo di storia, Arrex Le Cucine considera il 2023 come un trampolino di lancio verso il futuro con progetti sempre innovativi e all’avanguardia. Esclusività, bellezza, comodità e personalizzazione: queste le caratteristiche uniche dei 3 milioni di cucine prodotte. “50 anni di vite, memorie per tutti: per chi le cucine le fa, per chi le vende e per chi le utilizza” raccontano a Mansuè (TV).
Con un incremento del 12% rispetto al 2022, Arrex Le Cucine ha raggiunto un fatturato di oltre 32 milioni di euro. Le chiavi del successo? La conquista di nuovi mercati e il rafforzamento dei rapporti esistenti. Ad esempio, che Arrex Le Cucine è riuscita ad instaurare già da molto tempo un ottimo rapporto con il mercato statunitense, il Paese che – secondo i dati FederLegnoArredo ha dato le maggiori soddisfazioni all’export italiano nel 2022.
Arrex Le Cucine ha un’organizzazione interna a struttura orizzontale che permette ai vari settori di lavorare a diversi processi chiave sfruttando al meglio le abilità e attitudini presenti. Lo si può notare nella tecnologia attenta alla transizione digitale presente nei processi e nei prodotti firmati Arrex, ingredienti che racchiudono il successo delle continue innovazioni e upgrade delle procedure lavorativi e industriali. Ma non solo: la formazione del personale e l’ascolto della clientela rappresentano gli ingredienti essenziali per la produzione di soluzioni e nuove collezioni, ingredienti che scrivono l’identità dell’azienda.
Tra le sfide più importanti citate da Arrex Le Cucine, troviamo la comprensione del continuo e sempre più importante cambiamento degli stili di vita delle famiglie e delle persone in generale, ascolto che porterà alla finalizzazione di cucine che presentano soluzioni funzionali ed estetiche sempre più adatte alle nuove esigenze.
Arrital: ambiente, governance, persone
“Il design è empatia intesa come capacità di ascolto e personalizzazione, commenta Christian Dal Bo, General Manager di Arrital. Con una storia di oltre 44 anni, l’azienda conquista il mercato europeo attraverso una vasta rete di rivenditori. In Francia e Spagna Arrital apre i suoi store monomarca riuscendo a raggiungere una produzione totale di oltre 10 mila cucine all’anno. “Segmenti medio alti e alti del mercato a livello di stile e qualità con i punti di forza quali la personalizzazione, le finiture e l’ampiezza”,spiega il manager, “i prodotti iconici inoltre spiccano per forza espressiva e design di alto livello”. Arrital conta più di 250 lavoratori, coordinati da un’organizzazione di tipo manageriale grazie alla notevole evoluzione dovuta all’ingresso nella holding WeDo.
Arrital non presenta rallentamenti riguardanti produzione, e neanche una diminuzione del fatturato: al contrario, riesce a superare gli obiettivi prefissati e ha chiuso il ’22 con 80 milioni di euro, con una crescita del 23% rispetto al 2021. Sono previsti nuove assunzioni per questo 2023, oltre alle nuove collaborazioni dell’area commerciale, finanche e tecnica-produttiva, aumentando di 30 unità tra il 2022 e il 2023. Il General Manager ammette che Arrital ha riscontrato temi molto difficili nello scorso biennio, citando l’alto tasso di inflazione e le difficoltà verso l’approvvigionamento delle materie prime. “È proprio da questi riscontri che Arrital ha iniziato a concentrarsi su una chiave di svolta rappresentata dalla supply chain“.
Arrital e Wedo holding stanno sviluppando un importante progetto dedicato alla filiera e alla supply chain verticale ed orizzontale, di prodotto (materiali e materie prime) ma anche di servizio, in modo da preparare tutto il sistema azienda a valle e a monte a nuovi paradigmi, rischi e opportunità vanno previsti preventivamente come scenari possibili. Strategia, pianificazione e integrazione sono le parole chiare dei prossimi anni e valori per i prossimi leader sul mercato.
Doimo Cucine: sostenibilità e innovazione
Fa parte di We Do holding anche Doimo Cucine che ha iniziato nel 1994 la scalata verso il successo. Con un fatturato di oltre 25 milioni di euro, non colpisce solamente il cuore italiano, ma impressiona i mercati esteri grazie alle sue innovative strategie di marketing: Israele, Australia e Svizzera rientrano tra i Paesi già raggiunti da Doimo cucine, posizionandosi in una fascia prevalentemente medio-alta.
Il trionfo di Doimo Cucine viene in parte rappresentato dalla possibilità di personalizzazione della propria cucina. “Per attuare il passaggio da archetipo a simbolo, l’azienda offre la possibilità di un iter progettuale, che traduce la libertà di specifiche esigenze di ciascuno e la cultura del buon design” racconta il general manager, Marco Martin. Con la campagna ‘Made to feed your soul’ Doimo Cucine punta a far realizzare come la cucina sia diventata parte del nostro essere e della nostra anima. Una filosofia di vita, dunque, un ambiente che ha la necessità di essere riscoperto e progettato su misura per contenere e rappresentare al meglio noi stessi.
Cucine nella quali non colpisce soltanto il design, elegante e innovativo, ma in cui si può percepire l’estrema attenzione all’ambiente. Doimo Cucine ha studiato e raffinato i suoi pannelli ecologici IdroLEB. E perchè rappresentano un progetto così importante? “Non solo questo tipo di pannello è composto unicamente da legno riciclato, riducendo già così il suo impatto idrico” – rimarca il manager – “ma presenta un valore di emissione di formaldeide nettamente inferiore alla media: i pannelli IdroLEB di Doimo Cucine raggiungono un valore di emissione inferiore a 0,04 ppm, battendo così il limite di legge non solo italo-europeo, fissati a 0,1 ppm, ma rientrando anche nelle normative giapponesi, molto più stringenti e severe”.
Euromobil: una grande famiglia legata alle radici
La storia di Euromobil è quella di un’azienda che cresce, evolve e si espande fino ad arrivare a raggiungere più di 800 paesi. È il 1972 quando i fratelli Lucchetta acquistano il terreno di una fabbrica già esistente, azione che li porterà poco dopo a creare la Zalf, nel 1974, con l’intenzione di affermarsi in più settori, non esclusivamente legati al mondo della cucina. Ad esempio, tuttora Euromobil è il leader indiscusso nell’ambito delle camere per bambini, ma riesce anche a dominare il settore del living con un aumento dei ricavi del 35%. Euromobil negli ultimi anni, ha infatti chiuso il 2021 con un incremento del 15% e il 2022 con un’ulteriore crescita del 20%, portando il fatturato a 70 milioni di euro.
Gaspare Lucchetta, Amministratore Delegato, si mostra fiducioso per il 2023: “Ognuno dei tre brand ha contribuito in maniera sostanziale al raggiungimento di questo risultato, grazie ad un legame che ha al contempo mantenuto ed enfatizzato le peculiarità di ciascun marchio. Uno dei tanti obiettivi per il 2023 sarà quello di mantenere, o addirittura superare, lo standard di crescita dimostrato in questi ultimi anni”. Grazie ad una produzione 100% made in Italy, prodotti artigianali legati ad impianti innovativi, il gruppo Euromobil possiede ormai più di 800 punti vendita in paesi di tutto il mondo, risultato ottenuto grazie anche all’inaugurazione di Flagship stores in città come Dubai e Città del Messico. Euromobil non solo conquista la fascia medio-alta del mercato, ma riesce anche a raggiungere un pubblico molto più amplio grazie alla possibilità di personalizzare particolari precisi della propria cucina dei sogni, come colori e finiture, consentendo al prodotto finale di raggiungere un costo adeguato mantenendo un’estetica peculiare. ”Viviamo il design come un concetto democratico, un design che sia accessibile e disponibile per chiunque ne voglia usufruire. Per noi la competitività è sinonimo di stimolo nella creazione e nel desiderio di affrontare prove sempre più sfidanti”, spiega Lucchetta.
Al Salone del Mobile l’azienda ha proposto firme di fama internazionali, tra i quali Tobia Scarpa, e Zalf era presente con un allestimento, su progetto dell’architetto Roberto Gobbo, nello spazio di Brera 4.
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