Con un parterre di relatori di primissimo livello, in cui figuravano, tra gli altri, Claus Meyer, co-fondatore del ristorante Noma e creatore del Nordic Food Lab, Marius Robles, ceo e co-fondatore di Reimagine The Food, Stephan Sigrist, fondatore del think tank W.I.R.E, Roberto Gavazzi, ceo di Boffi, e due architetti del calibro di Matteo Thun e Philippe Starck c’erano tutti i presupposti perché la prima edizione di “Think Next” organizzato da Franke lo scorso 31 agosto presso la propria sede di Aarburg in Svizzera si confermasse come uno degli eventi più interessanti e molto probabilmente anche più fecondi dell’anno. Al termine della giornata, questa era esattamente la sensazione prevalente tra il pubblico, composto da oltre 500 tra designer, architetti, giornalisti ed esperti del mondo del food e della tecnologia ad esso collegata, provenienti da 32 Paesi.
«Tutti noi condividiamo lo stesso business: quello di produrre e disegnare utensili e soluzioni per cucinare», ha esordito il ceo di Franke, Alexander Zschokke. Il fatto che oggi non si mangi più solo per soddisfare la fame fa sì che cosa, come, dove e quando si cucina sia una scelta complessa che ha a che fare anche con convinzioni di natura politica e religiosa e con temi etici come quello della sostenibilità. «Oggi abbiamo deciso di fare qualcosa che ha a che vedere con l‘emozione che scaturisce quando si assaggia un buon cibo o si cucina con la propria famiglia o con gli amici», ha proseguito Zschokke, spiegando che «lo scopo di questa giornata è ispirarvi perché se da questo processo creativo nasceranno nuove idee allora potremo aiutare il consumatore a migliorare il proprio stile di vita».
I relatori protagonisti dei diversi panel in cui è stata articolata la giornata hanno coinvolto il pubblico in un viaggio stimolante che ha proposto vari spunti di riflessione. Dal valore della tradizione come fonte di ispirazione per una cucina più naturale e sostenibile (Claus Meyer), ma anche come know how da salvaguardare (Roberto Gavazzi) all’impatto delle nuove tecnologie (Big Data e Intelligenza Artificiale) sul modo di intendere e consumare il cibo (Marius Robles e Stephan Sigrist). Si è parlato molto anche del ruolo del design e della creatività. Matteo Thun ha mostrato esempi suggestivi di come sia possibile sposare un concetto di economia e di sostenibilità e reinventare la freschezza ispirandosi alla natura. La creatività come dovere è stata al centro dell’intervento conclusivo di Philippe Starck. «Nessuno è obbligato a essere un genio», ha osservato, «ma tutti sono tenuti a partecipare».
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