È stato presentato ieri a Milano il rapporto “2010 Italian Report on Consumer Sentiment. Un nuovo consumatore nel post crisi”, effettuato dalla società di consulenza The Boston Consulting Group. Lo studio semestrale, eseguito su un campione rappresentativo della popolazione, è suddiviso in due parti: da un lato, la percezione rispetto alla situazione economica generale e il conseguente effetto sui consumi, dall’altro i macro trend rilevati sul rapporto tra consumatore e spesa. In Italia, circa il 50% degli intervistati si sono sentiti personalmente colpiti dalla crisi economica e sono meno predisposti agli investimenti, ma l’atteggiamento generale rispetto alla propria situazione è piuttosto positivo, ci si aspetta una sostanziale stabilità nel futuro e la percezione di insicurezza finanziaria è diminuita. Questo sentimento di equilibrio si riflette con un comportamento moderato verso i consumi. Tendenzialmente si evita di acquistare il superfluo, si posticipano le spese più onerose, mentre si comprano più prodotti soggetti a promozioni e offerte. I consumatori “post crisi” sono diventati molto più selettivi, oculati e intimi nell’acquisto e hanno significativamente modificato la propria scala di valori rispetto alla spesa. Il segmento del lusso soffre, a favore di fattori di maggiore importanza come casa, famiglia, educazione e risparmio. Gli acquisti, quindi, sono maggiormente orientati verso le categorie merceologiche “protettive” e di qualità: cibo fresco, arredamento, casa, prodotti per neonati, vacanze e tempo libero. Il brand è ancora percepito come un valore, purché sappia soddisfare il giusto rapporto qualità/prezzo e sono preferite le private label, che poi si tende a non abbandonare.
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