Gli architetti dicono no alle misure di deregolamentazione di buona parte delle attività edilizie inserite nel decreto legge a sostegno delle attività produttive, approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri. In particolare, a destare grande preoccupazione è la possibilità da parte dei privati di effettuare le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria che non tocchino le strutture portanti degli edifici senza bisogno della Dia, ma con la semplice comunicazione per via telematica del nome dell’impresa esecutrice dei lavori. “La possibilità di intervenire senza alcun tipo di titolo abitativo”, ha sottolineato il Consiglio Nazionale degli Architetti, “induce gravissime conseguenze in relazione alla sicurezza, alla tutela del patrimonio edilizio, alla rispondenza degli interventi realizzati alle normative. In questo modo il Governo potrebbe inoltre incentivare l’abusivismo edilizio creando, nei fatti, un condono mascherato per opere già realizzate in assenza di permesso”. Altrettanto dura e provocatoria la lettera aperta di Federarchitetti Roma al ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, nella quale sono evidenziati i rischi per l’incolumità pubblica derivanti dall’esclusione della figura dei tecnici abilitati, il cui controllo non è più previsto per questo genere di lavori: “Lei, Signor Ministro, ritiene che il “capomastro” e il committente abbiano le competenze necessarie per stabilire quali siano gli interventi possibili e quali no, e, soprattutto, ritiene che queste figure siano in grado di assumersi le responsabilità connesse ad interventi spesso di estrema delicatezza?”, si legge nella lettera. © RIPRODUZIONE RISERVATA In caso di citazione si prega di citare e linkare progettocucinabiz.it
Gruppo Franke: Filippo Maltempi succede ad Andrea Paiusco come VP R&D e Category Management22 Gennaio 2025