GenZ: cosa si aspettano dai retailer?

Sono 9,5 milioni i consumatori fra 14 e 29 anni. Nativi digitali, connessi e informati, dai negozi vorrebbero...
Generata con l'aiuto dell'AI da Shutterstock

Di seguito un estratto dall’articolo apparso sul numero di Marzo di Progetto Cucina.

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La Generazione Z sta ridefinendo il panorama dello shopping con le sue caratteristiche uniche. Un recente studio condotto da Ipsos, in collaborazione con il Retail Institute Italy, ‘La GenZ e i Retailer’, ha fatto luce sui desideri, le aspettative e le sfide che i retailer devono affrontare per conquistare questa generazione sfuggente. In particolare, lo studio analizza il rapporto tra i giovani dai 14 ai 29 anni e la Distribuzione Italiana, offrendo preziosi spunti per intercettare le loro mutevoli aspettative.

La GenZ sta riscrivendo le regole del gioco nel retail”, ha dichiarato Marco Zanardi, presidente di Retail Institute Italy, “la nostra ricerca studio unisce l’analisi quali-quantitativa dei dati all’ascolto diretto delle percezioni dei giovani consumatori, con l’obiettivo di offrire indicazioni concrete per rispondere alle sfide del mercato”.

Quasi 10 milioni di consumatori “che presto faranno la differenza”

I consumatori di età compresa tra i 14 e i 29 anni sono i primi nativi digitali, non hanno mai usato un elenco telefonico, un orario ferroviario o un telefono pubblico; non si sono mai chiesti “cosa danno in Tv” e non sono mai andati in un locale o ai giardinetti “per vedere chi c’è”, abituati come sono a selezionare in (apparente) piena libertà il contenuto che desiderano, a interrogare basi dati per ottenere le informazioni che gli servono, a conoscere con precisione dove si trovano e cosa stanno facendo i loro amici.

Il retail off-line, anche in settori tecnologicamente avanzati come l’elettronica di consumo, è irrimediabilmente ‘fisico’, analogico, forse ‘pesante’. “Parliamo di 9,5 milioni di persone in Italia, che tra 5 o 10 anni faranno la differenza nei comportamenti d’acquisto delle famiglie italiane, quindi uno studio come questo permette di porre delle basi già per il futuro”, ha spiegato Nicola Neri, amministratore delegato di Ipsos Italia, riportato da Italia Oggi in un articolo sul convegno.

Non solo social: l’88% di loro consulta i ‘volantini’

L’incontro con questa nuova generazione è difficile ma non impossibile: basta conoscerla. Per esempio, nei loro acquisti i giovanissimi sono attenti sia al costo economico (l’88% di loro consulta i volantini della GDO) sia al costo ecologico, vale a dire all’impatto generato dal prodotto in tutto il suo ciclo di vita. Vanno quindi alla ricerca di informazioni che ai consumatori più adulti interessano poco. Dall’interesse verso un consumo sostenibile nasce anche l’opportunità del second hand. Il negozio fisico è un contesto ideale (se si attrezza in modo opportuno) per cedere un device e acquistarne un altro ricondizionato.

Informati? Anche troppo! Aumenta l’esigenza di orientamento

Sono informatissimi i giovani ‘Z’? Sì, anche troppo e questo eccesso di informazioni apre una opportunità proprio al negozio fisico l’unico che (per ora) può ascoltare e rispondere a domande specifiche. La ricerca evidenzia, inoltre, fra i bisogni specifici di questo target, la necessità di essere guidati in un contesto saturo di informazioni. Il negozio fisico, infatti, conserva il suo ruolo cruciale come canale informativo e resta fondamentale per la scoperta di nuovi prodotti. La ricerca porta l’esempio degli store fisici dedicati alla cura della persona, dove ad acquistare è il 57% dei giovani.

Oltre l’omologazione dell’offerta

Si conferma l’assoluta necessità di presidiare il passaparola sia quello fra pari, i famosi user generated content (recensioni e commenti su siti e social) sia le indicazioni veicolate più o meno gratuitamente da influencer o celebrità. Tra i bisogni della GenZ spicca anche la ricerca di un coinvolgimento emotivo con i brand. Una sfida in un retail che in varie categorie tende all’omologazione delle offerte e una opportunità che va raccolta.

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