EUROCUCINA E FTK: PARLA IL RETAIL (4A E ULTIMA PARTE)

GIORGIO RAMERA, amministratore unico di Ramera G. (Chiari, BS)

È una fiera da sempre orientata al retail e al rapporto tra aziende e rivenditori; in questi ultimi anni è diventata più internazionale, con proposte orientate più al cliente straniero che a quello italiano. Ma secondo me è un pregio che ci sia una maggiore varietà di offerta. Sta poi a noi negozianti scegliere le soluzioni più adatte al gusto del nostro bacino d’utenza. Trovo che le iniziative formative rivestano un’importanza relativa. Al Salone preferisco dedicare tutte le mie energie al prodotto.

NICOLETTA COLOMBO, titolare di Segreti (Milano)

Per i distributori il Salone è l’occasione per conoscere le novità che le aziende presentano in anteprima.
 I retailer sono però annoiati nel vedere ogni anno, tranne poche eccezioni, forme e materiali identici e unicamente di tendenza nell’anno in corso. Vorrebbero emozionarsi per qualcosa che resta e faccia, come in passato, la storia del design. E soprattutto incontrare partner che non aprono negozi diretti di vendita al pubblico perché hanno smesso di credere nella distribuzione. Manca il coraggio di utilizzare materiali tecnologicamente avanzati e di sperimentare un concept.

ANDREA SQUASSABIA, Sales Manager di Gruppo Squassabia (Porto Mantovano, MN)

Oggi più che mai le aspettative sono al massimo e di certo il Salone è un appuntamento tassativo per gli addetti del settore, non solo per vedere prodotti nuovi, ma anche per scoprire nuovi modi di interpretare l’abitare. Il retailer vorrebbe visitare stand che lo aiutino a capire come esporre al meglio il prodotto all’interno del proprio showroom, con l’intento di creare una proposta di valore e originale, che rispecchi la propria identità.

FRANCO BONINI, titolare di Toschi Arredamenti (Reggio Emilia)

Quello che manca oggi a molti retailer è la possibilità di creare ponti concreti con i progettisti italiani e internazionali. Inoltre, sarebbe interessante, in particolare per i progetti cucina, dare più spazio all’innovazione, con più incontri, più aree, più momenti dedicati all’approfondimento di tematiche specifiche come la tecnologia, i materiali e la direzione futura dei trend. L’ideale sarebbe rendere il Salone biennale come Eurocucina ed Euroluce per dare la possibilità alle aziende, ai rivenditori e al mercato di “digerire” i prodotti.

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