Electrolux Italia conferma al Governo investimenti ed esuberi

Alla prima riunione del 'Tavolo' con Governo, Regioni e sindacati, l'AD Massimiliano Ranieri auspica una rapida definizione dei 164 esuberi richiesti ed elenca gli investimenti in corso a Porcia e Susegana
Un interno dello stabilimento Electrolux di Porcia

Alla prima riunione del ‘tavolo di lavoro’ con i rappresentanti del Governo, delle Regioni e dei sindacati, l’Amministratore delegato di Electrolux Italia Massimiliano Ranieri ha confermato che il gruppo svedese intende al tempo stesso sia investire in Italia sia ridurre la forza lavoro (164 persone in meno in Italia su 3 mila nel mondo).

In particolare Ranieri ha chiesto ai sindacati una “forte flessibilità per fronteggiare la volubilità del mercato” e al governo una riduzione del costo dell’energia. Erano presenti alla riunione, informa Radiocor, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (che ha a Pordenone il suo collegio elettorale) la sottosegretaria al Mimit Fausta Bergamotto, i rappresentanti delle Regioni e i segretari delle diverse sigle sindacali.

L’azienda ha confermato che nel 2023 a Porcia sono stati effettuati 20 milioni di euro di investimento e che quest’anno ne verranno impegnati altri 12 milioni a fronte di volumi scesi di un terzo dai 966 mila pezzi del 2022 ai 613.000 del 2023. A Susegana gli investimenti sono stati l’anno scorso di 62 milioni di euro, altri 43 verranno aggiunti nel 2024: i volumi sono scesi da 883 mila pezzi del 2021 agli 587 mila del 2023, con una previsione di 605 mila del 2024.

Electrolux punta a stringere al più presto, possibilmente nella riunione del 21 marzo, un accordo sugli esuberi.

Il governo, ha detto Luca Ciriani: «è consapevole delle contingenze economiche del momento e siamo disposti a dialogare e a collaborare, ci auguriamo che questo stesso spirito animi anche Electrolux. C’è dunque bisogno, oltre alla conferma degli investimenti già previsti e che sono un segnale di fiducia, della volontà da parte di Electrolux di confermare, se non incrementare, le previsioni di produzione».

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