Sono circa 78.400 le tonnellate di Raee trattate nel corso del 2015 da Ecodom, segnando rispetto all’anno precedente un incremento del 3,3%, con un risultato di particolare rilievo per i rifiuti del raggruppamento R2 (lavatrici, lavastoviglie, cappe, forni e scalda-acqua).
In dettaglio, i risultati relativi al raggruppamento R1 (frigoriferi e condizionatori) sono pressoché analoghi a quelli dell’anno precedente, con una raccolta di circa 34.800 tonnellate.
Il raggruppamento R2 ha fatto registrare un incremento del 6,8% rispetto al 2014, con un risultato che in termini assoluti (circa 43.000 tonnellate) sfiora il massimo storico registrato dal consorzio nel 2010. All’origine di questo risultato ci sono la diminuzione – accentuatasi ulteriormente a partire da giugno – del valore delle materie prime, che ha reso i Raee del raggruppamento R2 meno “appetibili” per il mercato parallelo, e l’aumento del valore dei premi di efficienza previsti dal nuovo Accordo di Programma, in vigore dall’inizio del 2015, tra le associazioni dei produttori, Anci, il Centro di Coordinamento Raee e le associazioni delle aziende di igiene urbana.
A livello territoriale, la Lombardia si conferma ancora una volta la regione più virtuosa in base ai quantitativi di Raee gestiti da Ecodom, con 16.660 tonnellate di apparecchiature trattate.
A grande distanza, al secondo posto della graduatoria si classifica il Veneto (con 7.786 tonnellate di Raee gestiti seguito dall’Emilia Romagna (7.653 tonnellate) e dalla Toscana (7.250 tonnellate)
Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom, commenta: “L’aumento della quantità di Raee gestiti dal Consorzio nel 2015 è certamente un fatto positivo perché le modalità di trattamento utilizzate dai fornitori selezionati rispettano gli standard ambientali più elevati a livello europeo. Non dobbiamo però dimenticare che nel nostro Paese mancano all’appello oltre due terzi dei Raee generati dai cittadini: questi rifiuti sono, con ogni probabilità, intercettati da soggetti interessati solo a massimizzare i propri profitti, senza curarsi delle conseguenze che un riciclo non corretto ha sull’ambiente. È un problema rilevante, di cui spero lo Stato Italiano vorrà farsi carico con tempestività ed efficacia; se necessario, anche attraverso modifiche della legislazione vigente: difficile, in caso contrario, che l’Italia possa raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi di raccolta stabiliti dall’ultima direttiva europea sull’argomento”.
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