«Se a partire dal dopoguerra siamo stati i leader indiscussi in Europa, con nomi del calibro di Riello, Merloni, Fumagalli, riuscendo anche ad attrarre in Italia grandi multinazionali, come Electrolux e Whirlpool che hanno creato qui i loro centri di sviluppo, progressivamente e poi rapidamente negli ultimi quattro anni abbiamo perso il 40% dei nostri volumi produttivi», ha dichiarato Antonio Guerrini, direttore generale di Ceced Italia, alla rivista Business People. «Siamo passati dal produrre 6 milioni di frigoriferi all’anno a 3 milioni di unità, da 8,5 milioni di lavatrici a 4,5 milioni, da 2,7 a 1,4 milioni per quanto riguarda le lavastoviglie». Guerrini ha proseguito individuando nella Polonia il maggior competitor dell’Italia nella produzione di elettrodomestici, grazie a un sistema Paese favorevole e a un costo del lavoro inferiore a quello italiano, eppure in grado oggi di garantire un’ottima qualità della produzione. Per contrastare questa tendenza occorre, secondo il direttore generale, puntare «sull’esperienza acquisita in questi anni, sul patrimonio d’idee che abbiamo messo e continuiamo a mettere in campo. Da questo punto di vista possiamo competere. Ma siamo in difficoltà sui volumi produttivi. Il nostro costo del lavoro è troppo elevato per via del cuneo fiscale. Monti ci sta lavorando, apprezziamo lo sforzo, vediamo quanto riusciremo a ridurlo. Fondamentale però», conclude Guerrini, «è anche scorporare il fattore ricerca e sviluppo dalla produzione. Se rinunciamo anche al R&D, tagliamo la parte alta del sistema, e a quel punto è come abbandonare il Paese». © RIPRODUZIONE RISERVATA In caso di citazione si prega di citare e linkare progettocucinabiz.it