Dibattito infuocato attorno alla “Sopa italiana”

Non si sono certo fatte attendere, come era prevedibile, le reazioni e le manifestazioni di opposizione alla proposta di emendamento del deputato della Lega Nord Gianni Fava (vedi agenzia http://www.e-duesse.it/News/Home-video/Copyright-in-arrivo-una-Sopa-tutta-italiana-126305). Fanno scudo sia giuristi che esponenti politici, tra cui Beppe Giulietti, Flavia Perina (Fli), Benedetto Della Vedova (Fli), Marco Beltrandi (Radicali), Paolo Gentiloni (Pd), Stefano Pedica (Idv). Ieri si sono chiamati a raccolta a Roma per un incontro ‘Contro il Bavaglio al Web’, organizzato da Il Futurista, Articolo 21 e Agorà Digitale. A sostegno dell’emendamento dell’On. Fava si schierano invece Confindustria Cultura Italia, Indicam e Federlegno-Arredo. Con un comunicato congiunto viene affermato che “L’emendamento approvato quasi all’unanimità dalla Commissione Attività Produttive della Camera, intende solo allineare il nostro ordinamento al dettato comunitario (Direttiva 2000/31/CE). La ratio dell’articolo 18 della Comunitaria – condiviso da tutta la filiera dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale e industriale – è quello di agevolare la cooperazione dei soggetti su Internet al fine di contrastare la pirateria e la contraffazione. La norma sana un vizio della nostra legislazione, facendo seguito alla sentenza della Corte di Giustizia UE (caso L’Oreal vs E-Bay – C-324/09) a cui l’Italia deve attenersi. (…) E’ evidente che solo rimuovendo gli ostacoli giuridici preesistenti, si potranno favorire forme di collaborazione con i gestori di piattaforme Web e dissuadere gli utenti da comportamenti abusivi e illegittimi. La direttiva europea all’articolo 14 (“Hosting”) prevede espressamente che “il prestatore non è responsabile, a condizione che non appena al corrente del fatto illecito, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso”. Chiunque può informare il prestatore dell’illeicità di fatti precisi e determinati. Nel nostro Paese, invece, la corrispondente previsione (implementata con il Dlgs 70/2003) richiede il preventivo intervento dell’autorità giudiziaria o amministrativa competente, tradendo palesemente l’intento del Legislatore comunitario (…) Nessun onere o impedimento verrebbe quindi imposto agli operatori di internet e ai mercati digitali. Tuttavia, web libero non vuol dire far west. E su questo binario bisogna muoversi, al pari dei nostri principali Partner Europei e Internazionali. Nessuno vuole comprimere le libertà digitali, censurare gli utenti e limitare la privacy (…).
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