Secondo alcune stime, riportate dal segretario generale della Camera di Commercio italo-russa Michele Brustia, l’export dei mobili italiani in Russia è calato del 30% – 40% nei primi quattro mesi del 2009, in un mercato che nel 2008 ha superato gli 800 milioni di euro di fatturato, secondo quanto riportato oggi da “Repubblica”. Tutto è cominciato lo scorso novembre, quando il governo russo, per preservare l’industria nazionale e contrastare il fenomeno della sottofatturazione, ha aumentato i dazi sui mobili di importazione dal 30% al 45% sul valore della merce in fattura. Da allora, i produttori di mobili hanno visto crollare le commesse, in alcuni casi anche del 50%, da parte di quello che ormai era il Paese di riferimento per le esportazioni dell’arredamento made in Italy. A far emergere il gravoso problema è stato Fiore Piovesana, fondatore e titolare della Camelgroup di Orsago, in provincia di Treviso, in un’intervista apparsa recentemente su “Il Sole 24 Ore”. Secondo l’imprenditore friulano è fondamentale, a questo punto, l’intervento del Governo per salvare le sorti della filiera: “vorrei rivolgermi al presidente Berlusconi”, ha dichiarato al quotidiano Piovesana, “e fare appello alla sua amicizia con Putin. Il made in Italy ha bisogno urgente di un’unica tariffa doganale verso il basso, altrimenti qualche mese e salta tutto. La filiera dei fornitori nell’Alto Piave è in apnea”.
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