Per celebrare i 30 anni dell’azienda, Findomestic ha collaborato con il Censis per la realizzazione del volume “Dall’edonismo dei consumi al consumo responsabile”, che ha potuto giovarsi dei numeri dati raccolti da Findomestic negli ultimi decenni. Dallo studio emergono sensibili differenze in merito agli stili di consumo degli italiani: se ad esempio nel 1984 la prima voce di spesa erano i generi alimentari, con un peso del 23% sul totale, nel 2014 si è giunti a una percentuale del 14,2%, mentre ora al primo posto si trovano le spese per l’abitazione, che hanno raggiunto il 24,4% contro il 15,8% del 1984. Negli ultimi anni è cresciuto anche il peso dei consumi legati a turismo, cultura, istruzione e tempo libero, mentre sono calati quelli relativi a mobili, elettrodomestici e vestiario. Per quanto riguarda il credito la consumo, nel 1995 esso rappresentava il 3,3% delle passività delle famiglie, mentre nel 2013 è salito al 13%. Gli ultimi anni della crisi hanno visto però diminuire gli importi finanziati.
Il titolo della pubblicazione, e i cambiamenti avvenuti negli ultimi 30 anni in termini di consumi, sono ben spiegati da Giuseppe De Rita, presidente del Censis: “Il ceto medio prima si è esercitato nell’accesso a consumi squisitamente borghesi. Poi in una indulgenza quasi narcisistica alla moltiplicazione e alla differenziazione dei beni e servizi posseduti. Infine, verso e durante la crisi, in un borghese recupero di medietà e quasi di sobrietà. Negli anni della crisi sono i valori sociali del ceto medio che hanno condizionato i consumi: la razionalità con cui singoli e famiglie fanno monitoraggio dei prezzi e delle spese, l’ispirazione collettiva ai valori della medietà, il ricorso alle offerte low cost, la ricerca del viver bene”.
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