Dall’analisi svolta da GfK, attraverso una ricerca condotta in 8 Paesi, dalla Cina a US, dal Brasile all’Italia, con più di 8.000 interviste rivolte ad un campione rappresentativo degli utenti internet, la smart home sembra essere ancora riservata al domani, “anche se il target c’è, ha solo bisogno di essere adeguatamente stimolato” sottolinea sin da subito Stefano Pironi di GfK alla Client Conference 2016: “circa il 72% degli italiani dichiara di essere interessato ad almeno un prodotto dedicato alla “casa intelligente”, ma, dall’altro lato, solo il 16% dichiara di avere una conoscenza approfondita della tecnologia legata alla Smart Home e solo il 28% ritiene che un prodotto smart home sarà in grado di cambiare la sua vita in futuro, questo dato in Cina è del 75%, e solo il 14% degli italiani ha un oggetto legato alla smart home”.
Quindi, c’è molto da fare, e cosa? “Parlare prima di tutto ai bisogni delle persone e sembrano essere tre i principali benefit richiesti: comfort, control, cost saving. In questa fase del mercato italiano – ancora più acerbo rispetto ad altri mercati – occorre innanzi tutto far capire come gli smart device possano migliorare la nostra vita di tutti i giorni, attraverso un percorso di education volto a mettere in evidenza i benefici tangibili”.
Non è un caso che intervistati sul gradimento dei device smart home guidi la lista i prodotti legati alla sicurezza (72%), alla gestione energetica (67%), all’entertainment (64%), alla salute e al benessere (56%), mentre gli elettrodomestici si fermano al 55%. Non c’è neppure un canale che abbia fatta propria la smart home, i negozi technical vengono citati solo nel 12% dei casi, quindi anche su questo fronte i clienti non hanno le idee a quali realtà devono rivolgersi per acquistare un device per la casa intelligente. “Se però chiediamo agli internauti italiani se hanno intenzione di comprare un prodotto per la smart home il 35% risponde affermativamente e circa l’1% ha praticamente ha già praticamente la carta di credito in mano” prosegue Pironi: “Quindi il terreno su cui lavorare c’è”.
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