Feltrin: il 2025 sarà un anno di transizione

Intervistato dal Sole24Ore, il Presidente è preoccupato dalla possibile contrazione dei margini a fronte dell'aumento nei costi di energia, materie prime e logistica
Claudio Feltrin, presidente di FederLegnoArredo
Si aprino di fatto con una intervista del presidente Claudio Feltrin al Sole24Ore le celebrazioni per l’80° anniversario di FederLegnoArredo,”un’industria che ha accompagnato prima la rinascita e poi lo sviluppo del Paese, dal dopoguerra a oggi, segnando in modo indelebile, con alcuni suoi prodotti, le tappe principali dell’evoluzione dei bisogni, del gusto e dei costumi degli italiani”, scrive Giovanna Mancini sul quotidiano di Confindustria.
Rispetto al tono cautamente ottimista con il quale era stato commentato il Monitor del Centro Studi prima di Natale, nell’intervista Feltrin appare più cauto. “Il 2025 sarà un anno di transizione” dice. FederLegnoArredo è preoccupata dal rincaro di alcune materie prime (come riportato su questo sito) che pesano sul costo dei pannelli e dell’energia, fattori che – in una fase in cui è difficile ritoccare i listini – potrebbero ridurre i margini.
“Se guardiamo i due principali macrosistemi produttivi, l’attesa è di una perdita di marginalità più elevata per quanto riguarda il sistema legno, che ha sofferto di più gli aumenti dei prezzi dell’energia e la contrazione dei consumi», dice Feltrin,
«Le nostre aziende temono una nuova impennata dei costi di produzione, come quella che abbiamo vissuto tre anni fa, ma in una situazione di mercato stagnante – osserva Feltrin –. Il problema principale riguarda le materie prime, in particolare quelle derivate dal gas, su cui abbiamo già iniziato a vedere forti rialzi nelle ultime settimane. All’interno della nostra filiera, sono soprattutto le aziende dei pannelli a risentire delle variazioni di prezzo dell’energia e delle materie prime, che incidono in modo importante sulla produzione e mettono quindi a rischio la competitività del settore».
Un’altra preoccupazione riguarda logistica e trasporti, su cui si vedono nuove tensioni: «I nostri prodotti sono molto ingombranti, perciò le spese di trasporto incidono molto sul costo finale – spiega il presidente Fla –. Un aumento, anche in questo caso, potrebbe avere effetti negativi sulle marginalità». E poi c’è il costo del lavoro, un’altra voce importante nei bilanci delle aziende: nel 2025 entra infatti in vigore l’ultima tranche di aumenti salariali prevista dal contratto collettivo siglato tre anni fa.
«Credo che il 2025 sarà ancora un anno di transizione, poi tutti speriamo che si vada verso miglioramento dello scenario internazionale e verso un nuovo equilibrio mondiale – osserva Feltrin –. Non sappiamo però se questo sarà a favore nostro oppure no, anche perché l’Italia e l’Europa sono ormai poco incisive nell’indirizzare le decisioni politiche globali e non sempre riescono a far valere i propri interessi. Non escludo che quest’anno potremo vedere qualche miglioramento dei fatturati, ma ci sono voci di costo che aumentano e le marginalità soffriranno. Perciò dovremo essere bravi a mantenere i conti in equilibrio. A creare quell’alchimia di elementi che le nostre imprese sono sempre state chiamate a fare. Del resto, è il nostro lavoro», dice Feltrin.
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