Di seguito un estratto della inchiesta apparsa sul numero di luglio-agosto di Progetto Cucina
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Insieme formano, dopo il Triveneto, il secondo polo italiano nel mondo delle cucine. Di rado hanno sede nei grandi centri della costa adriatica. Più spesso i loro uffici e gli stabilimenti sorgono nelle strette valli fra le colline dell’entroterra in paesi e cittadine (Atri, Treia, Fermignano) delle quali rappresentano la colonna portante economica e sociale. Una scelta che testimonia il legame stretto dei cucinieri marchigiani e abruzzesi con il loro territorio. Progetto Cucina ha approfondito il polo adriatico con quattro aziende testimoni di questa tradizione: Aran Cucine, Febal Casa, Imab Group e Gruppo Lube.
Aran world: un’ isola al centro del mondo
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Pasquale Consola, Corporate Marketing & Italy Retail Director di Aran World
Con sede ad Atri in provincia di Teramo, nove stabilimenti produttivi in Abruzzo e più di 350 dipendenti, Aran World, nata nel ’62, si contraddistingue per il suo amore verso la propria terra: “Abbiamo un saldo rapporto di collaborazione con le aziende del territorio, preferendo lavorare con loro piuttosto che con altri interlocutori. Questo ci permette di svolgere anche un ruolo sociale nell’ambito territoriale nel quale operiamo”, dichiara Pasquale Consola, Corporate Marketing & Italy Retail Director.
Aran World è anche sostenibilità: infatti l’azienda dedica una grande attenzione allo studio e all’innovazione dei materiali, sempre testati e riconosciuti attraverso numerose certificazioni. “Aran World affronta il tema della sostenibilità in modo concreto”, spiega Consola, “attraverso un processo impegnativo ma sicuramente virtuoso che ci ha portati non solo a fare scelte come la certificazione Fsc dei nostri pannelli o la scelta di vernici a base d’acqua“.
Con un export che pesa circa il 60% sul fatturato totale (80 milioni di euro, nel 2021), Aran World raggiunge la sua clientela principalmente grazie ai retail (monomarca o shop in shop). “Tuttavia negli ultimi anni, anche in Italia così come all’estero dove è ormai consolidato da anni, abbiamo notato come le opportunità nel segmento contract siano diventate sempre più rilevanti. Da qui la decisione di consolidare la divisione dedicata al contract anche per il mercato italiano. Proprio come avviene all’estero, infatti, anche in Italia cominciano a essere proposte sul mercato residenze già dotate dei principali sistemi di arredamento come cucina, bagno, armadiature”, continua Consola.
Febal Casa punta al raddoppio
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Giovanni Battista Vacchi, Amministratore Delegato di Colombini Group
Un’azienda che non prevede, ma scrive il suo futuro: Febal Casa, brand del sanmarinese Colombini Group, è uno dei leader italiani nel settore dell’arredamento.
“Per noi qualità significa migliorare costantemente la gestione di tutto il processo produttivo. Il nostro sistema è fortemente automatizzato e totalmente integrato, dall’ordine presso i punti vendita, dall’ordine alla progettazione, alla realizzazione fino alla consegna e installazione. Qualità significa utilizzare l’innovazione anche a supporto della sostenibilità dei processi produttivi”, racconta l’amministratore delegato del Gruppo Colombini, Giovanni Battista Vacchi. Con oltre 25 milioni di euro investiti, nel 2022 il Gruppo Colombini ha chiuso l’anno con 300 milioni di euro di fatturato (+11%).
L’export che vale circa il 10-11% del fatturato complessivo, è un terreno di crescita per Febal Casa e per gli altri brand del gruppo. L’obiettivo è portarlo entro il 2027 a una quota compresa fra il 15 e il 25%, risultato che sarà ottenuto soprattutto grazie alla crescita di Febal Casa. “puntiamo a incrementare la nostra presenza oltre i confini nazionali, dall’Europa al Middle East passando per Dubai, Oman, e Stati Uniti fino al Centro e Sud America per arrivare alla Cina e in altre parti dell’Asia dove consegneremo mille cucine entro il 2023”, indica l’Amministratore delegato del Gruppo. Le cucine Febal Casa raggiungono la clientela grazie ai 174 punti vendita con brand Febal Casa, in Italia. Un numero destinato a raddoppiare: l’obiettivo definito dal Gruppo è raggiungere i 300 negozi in Italia e ad almeno 80 all’estero entro la fine del 2025.
Imab group: l’equipaggio che fa la differenza
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Alberto Bruscoli, Amministratore delegato di Imab Group
Il Gruppo Imab conta 10 unità produttive insediate nel raggio di 3 km dalla sede principale di Fermignano, vicino a Urbino, per un totale di più di 800 collaboratori. Da oltre vent’anni Imab Group ha scelto la via della sostenibilità: infatti, il Gruppo verticalmente integrato, ha scelto di impiegare esclusivamente Pannello ecologico 100% riciclato. “Questa scelta ci permette, ogni anno, di salvare oltre 200.000 alberi, rendendoci attori dell’economia circolare della filiera del legno, eccellenza tutta italiana”, sottolinea Alberto Bruscoli, Amministratore delegato di Imab Group. Sui capannoni dell’azienda, oltre 150.000 mq, un esteso impianto fotovoltaico permette al polo produttivo di raggiungere un’indipendenza energetica pari al 70%: un traguardo importante che è stato prezioso nell’affrontare l’impennata dei costi energetici che ha caratterizzato tutto il 2022. La sostenibilità, tuttavia, è un gioco di squadra e per questo Imab Group ha promosso la nascita dell’associazione ‘Furniture Pact’, nata dalla collaborazione con l’università Bocconi: ”Furniture Pact è un’iniziativa collettiva della filiera italiana dell’arredo. I membri promuovono obiettivi comuni di sostenibilità, coinvolgendo l’intera catena del valore, e hanno sottoscritto impegni ambiziosi ma concreti per ridurre il proprio impatto sull’ambiente e sulle persone”, afferma Bruscoli, “in mari come questi è l’equipaggio che fa la differenza, che porta allo sviluppo della capacità di un’organizzazione di individuare e cogliere le opportunità”.
Lube Cucine: Essere uniti
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L’interno di uno degli oltre 500 store a marchio Lube
Il Gruppo Lube ha chiuso il 2022 con 270 milioni di ricavi, con un aumento del 10% rispetto al 2021. Proseguendo la strada già iniziata nel 2018 il gruppo Lube reinveste e continua il piano di Industria 4.0 che prevede l’automazione e la digitalizzazione a 360° dell’azienda. Per il 2023 sono stati stanziati di 18 milioni che vanno a sommarsi ai 14 milioni di euro già investiti lo scorso anno. Altre 40 milioni andranno alla realizzazione di una nuova unità logistica: l’impianto aumenterà di 50 unità la forza lavoro dell’azienda che arriverà a contare più di 600 dipendenti ed è interamente dedicato alla spedizione di mobili per la cucina, per il living e armadi per il mercato estero. Già, perché con una presenza in oltre 80 Paesi, Lube dalla sua sede di Treia in provincia di Macerata è alla conquista dei mercati esteri con una strategia già adottata nel territorio italiano: infatti il gruppo ha rinunciato a una rete distributiva composta da negozi ‘generalisti’ e alla vendita su catalogo volendo creare una vera esperienza di vendita, esperienza che può essere creata solamente da un’ottimizzazione del business presentando una gamma completa dei prodotti in negozi monomarca. Questa rete è in corso di estensione nelle maggiori città d’Europa e fuori: il gruppo vanta un rapporto solido con il Medio Oriente, ed è in corso una ripresa con il mercato cinese post pandemia. Fuori d’Italia Lube ha 200 store: il primo mercato estero è la Francia, seguito da Spagna, Regno Unito e Romania.
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