La versione integrale di questa inchiesta, apparsa sul numero di settembre di Progetto Cucina è disponibile on line a questo indirizzo
Il segno comune tra le aziende intervistate da Progetto Cucina nella sua inchiesta sulle esportazioni di cucine è una sorta di ‘forza centrifuga’ che ha portato i protagonisti a privilegiare i mercati più lontani dai tradizionali sbocchi: Francia e Germania per fare due nomi dell’export italiano. “Nel 2023 l’Europa Centrale è stata meno performante rispetto all’anno precedente, in particolare Germania e Austria, mentre l’Asia continua a mostrare un aumento della domanda, sia pure con un’intensità diversa a seconda delle aree geografiche”, conferma Maurizio Vianello, Ceo di Valcucine che aveva chiuso il 2023 con un aumento delle esportazioni “moderato ma sensibile”.
Quanto detto è confermato da Elisa Polesello, Amministratore delegato di Arrex, “abbiamo registrato una dinamica positiva con un aumento significativo delle vendite in aree come gli Stati Uniti e l’Asia, grazie allo sblocco dei mercati esteri dopo le difficoltà dovute prima alla pandemia e poi ai conflitti”. Le esportazioni rappresentano circa il 20% del fatturato di Arrex. “Ovviamente la crescita non ha riguardato né la Russia né l’Ucraina, ma in questo primo scorcio del 2024, anche i Paesi dell’Est Europa stanno mostrando segnali di ripresa. Siamo abbastanza ottimisti e contiamo di chiudere l’anno con esportazioni ancora in crescita, grazie a nuove commesse arrivate sia dall’America che dall’Oriente” continua Elisa Polesello che non cita l’Europa nel suo elenco.
Per l’anno in corso l’attesa è “di sostanziale stabilità per la restante parte dell’anno: l’Europa resta debole, in particolare Germania e Regno Unito” nota Roberto Gavazzi, titolare e Ceo di Boffi-De Padova che ha chiuso il I trimestre 2024 con un aumento del +6% nelle esportazioni dopo il +4% dell’anno precedente. Per Boffi la crescita va cercata nelle Americhe, in particolare negli Stati Uniti “mentre dall’Asia arriva solo qualche segnale positivo, ma non significativo dopo lo stop causato dalla pandemia”,
Cubo Design “è nata come un’azienda esportatrice”, rimarca Gaia Novelli, export manager, “sui 50 milioni di euro di ricavo la quota dell’export è attorno ai 30 milioni. Abbiamo conquistato mercati come gli Usa, la Francia, a suo tempo anche la Russia, Cina e Australia”. A differenza di altre aziende, Cubo Design, che fa capo al gruppo Dexelance, ha registrato “un aumento della domanda da Regno Unito, Francia, Russia mentre Usa e Canada al momento restano più tiepidi”. Nessuna sorpresa: è normale che l’andamento dei singoli Paesi sia altalenante “ma avendo diversificato nel corso degli anni i mercati di sbocco, il fatturato legato all’export non è mai diminuito” aggiunge Novelli.
Per Cesar il 2023 ha rappresentato un anno positivo: “le esportazioni”, sottolinea Gina Cester, Ceo, “si sono mantenute stabili con una leggera flessione negli Stati Uniti a causa della chiusura del flagship store di New York che avevamo chiuso a causa della pandemia”. Rispetto al futuro prossimo, le variabili di incertezza sono tali da rendere difficili le previsioni.
Vuoi leggere l’intero articolo? Sfoglia l’intero numero di settembre di Progetto Cucina
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare progettocucinabiz.it