Cresce il fenomeno dello “showrooming”

Lo ‘showrooming’, ovvero quel fenomeno per cui il consumatore fa una ricerca e una selezione del prodotto che desidera nei negozi fisici, per poi acquistare però on line, è un fatto noto, ma uno studio recente di IBM ha confermato che è un atteggiamento in crescita, tanto che dalle 26 mila interviste effettuate in 14 diversi Paesi del mondo emerge che quasi il 50% delle vendite on line ha un processo di showrooming alle spalle. Su tutte le categorie no food analizzate emerge che sono soprattutto gli acquisti di prodotti tecnologici, di lusso e di design a seguire questo nuovo comportamento di scelta. Questo testimonia non tanto che l’e-commerce si sta facendo strada in tutto il mondo, ma pure che il consumatore è sempre più liquido, ovvero aperto ad acquistare in canali diversi e seguendo modalità diverse a seconda del bisogno e del momento. Gli showroomer sono prevalentemente uomini, tra i 26 e i 34 anni, di reddito medio-alto. “Lo shopper oggi non è solo opportunista e sofisticato, ma anche poliedrico, ovvero espressione di comportamenti diversi. Ciò inevitabilmente deve spingere il retailer a rapportarsi a lui con un’esperienza credibile e solida in tutti i punti di contatto, dal punto vendita fisico a quello virtuale, da quello virtuale a quello fisico” precisa un commento dello studio; “i retailer devono tenere conto anche del fenomeno dello showrooming e trarne vantaggio, in primo luogo introducendo una digital experience e l’on line nei propri negozi, ma ancor prima analizzando gli showroomer per capire cosa li porta a finalizzare l’acquisto on line e aggiustare il tiro sulla rete fisica”.

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