Gli occhi di quasi tutte le aziende e le insegne sono puntati sui millennials, ma anche la cosiddetta generazione Z (quella detta iGen, ovvero gli individui nati dopo i millennials) sta attirando sempre più attenzione perché è non solo pronta a diventare a breve al 100% un acquirente, ma anche perché è la prima fascia di consumatori nativi digitali. Ebbene Deloitte in una recente indagine su un gruppo di studenti di un College londinese (età compresa tra i 18 e i 22) ha chiesto a questi appartenenti alla generazione Z quali sono gli aspetti più importanti nel determinare la loro esperienza d’acquisto. È emerso che l’omnicanalità – e quindi poter fare un acquisto in più touch point, sempre e ovunque con grande libertà e fluidità – è centrale, ma non è tutto. A condizionare un loro giudizio positivo c’è infatti anche la possibilità di avere un buon servizio sia nella fase della scelta sia dopo l’acquisto, la qualità dell’offerta costruita tra l’latro più sul concetto di value for money che su quello di low cost e non da ultimo l’impegno del retailer nell’area della sostenibilità. Temi ai quali anche l’indagine di Deloitte conferma che le nuove generazioni sono particolarmente sensibili.
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