Confermare il Bonus Mobili al 50% costerebbe allo Stato 700 milioni in 10 anni

La relazione tecnica alla legge di Bilancio 2025 valuta in 2 miliardi il costo del mantenimento dei bonus legati alle ristrutturazioni. Ma non considera il rischio di ricreare una 'filiera del nero'
Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Un articolo del Sole24Ore valuta il costo della conferma dei bonus esistenti a favore dei privati che investono in ristrutturazioni residenziali(bonus mobili, bonus ristrutturazioni base ed ecobonus): 2 miliardi di euro.

La manovra 2025 ha messo in calendario, a partire dal 2026, una robusta serie di tagli: scadono il bonus mobili al 50%, il superbonus al 65% e il bonus barriere architettoniche al 75. In aggiunta, lo sconto base per le ristrutturazioni, che accorpa allo stesso livello agevolazioni come l’ecobonus o il bonus 50% ordinario, passa dal 50% al 36% per le prime case e dal 36% al 30% per le seconde. Una sforbiciata che rischia di portare una spinta importante al nero, avverte il Sole 24 Ore.

Il rinnovo dell’assetto attuale secondo la relazione tecnica alla legge di Bilancio 2025 porterebbe l’erario a perdere 2 miliardi di euro in 10 anni, e la cifra è al netto delle maggiori entrate che si realizzerebbero il primo anno.

D’altra parte nel ‘conto’ non sono considerate le tasse sui maggiori utili che le aziende della filiera realizzerebbero, nonchè l’Irpef dei lavoratori che verrebbero assunti e nemmeno il costo economico e sociale di eventuali licenziamenti. Non si considera nemmeno il rischio che – mancando l’incentivo fiscale – molte lavorazioni siano realizzate in nero dalle imprese che lavorano con il clielte finale, creando così a monte una ‘filiera del nero’.

Per il solo Bonus mobili il costo di un rinnovo sarebbe di 700 milioni di euro (in 10 anni)
Ben più costoso è lo sconto base per le ristrutturazioni, utilizzato per operazioni popolarissime come il rifacimento di impianti, lo spostamento di tramezzi o la posa di pavimenti: il passaggio dal bonus al 36%, finanziato a regime, all’assetto attuale (50% per le prime case e 36% per le seconde) pesa poco più di un miliardo di euro. Altro mezzo miliardo andrebbe speso, infine, per l’ecobonus, portandolo al 50 per cento.

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